«Sono in debito con tutti voi, devo tornare per far meglio» dice con la grazia di una bambina e la determinazione di una donna puntigliosa, innamorata del proprio lavoro e grata al pubblico che la ha accolta con molto calore la sua esibizione malgrado fosse febbricitante.
A dispetto della spietata autocritica però, L’Aura sul palco del Teatro Garibaldi di Modica è stata bravissima.
Magistralmente accompagnata dal Gnu Quartet formato da Marco Moro al flauto, Roberto Izzo al violino, Raffaele Rebaudengo alla viola e Stefano Cabrera al violoncello, L’Aura affida l’apertura del concerto a Demons in your dreams seguita da Breathing, entrambe tratte dall’album di esordio Okumuki, entrambe interpretate accompagnandosi al pianoforte.
Alternando brani da Okumuki e Demian, il secondo lavoro discografico, L’Aura canta Dar Lin, Non è una favola, È per te, I’m so fucked up I can barely walk e Radio star.
Torna al piano per interpretare Demian e Turn around, poi presenta i componenti del Gnu Quartet e lascia loro la scena per una trascinante versione strumentale di Volta la carta di Fabrizio De Andrè.
Rientrata, la giovanissima cantautrice bresciana che durante il concerto svela le origini siciliane – «mio papà è di Gela» – interpreta ancora un brano di De Andrè, Bocca di rosa, inciso insieme con il precedente nel cd Il diverso sei tu.