Grazie alla ricerca ottenuti zucchine croccanti e peperoni in agrodolce
Ragusa – Produzioni orticole di qualità maggiore e creazione di linee guide da seguire per raggiungere risultati migliori. Questi gli obiettivi centrati dal progetto “L’Ottagono” nato dall’omonima Ats, con capofila la ditta “Rizza Maria Pina” e con l’adesione di numerose imprese che hanno operato in rete per mettere in pratica le ricerche scientifiche realizzate da varie Università e, grazie appunto al progetto, applicate in agricoltura.
Alla Cuccagna di Ragusa si è svolto il convegno conclusivo servito a fare il punto sui due anni di attività durante i quali è stato sviluppato il progetto che ha permesso di ottenere ottimi risultati nella coltivazione di pomodori, pomodorini, zucchine, melanzane e peperoni. Nella fase successiva, quella della trasformazione, in un apposito laboratorio sono stati lavorati gli ortaggi creando delle boccette destinate alla divulgazione tramite convegni, workshop, visite in azienda e degustazioni.
Si è riusciti a realizzare anche nuove produzioni come le zucchine croccanti, i peperoni in agrodolce, vari paté. A ribadire gli aspetti scientifici del progetto è stato il prof. Alfonso Sciortino, coordinatore scientifico che assieme al tecnologo alimentare Luigi Gurrieri e all’agronomo Mario Puccio, ha fornito i dati più importanti ottenuti al termine dell’attività. “Abbiamo introdotto nelle aziende agricole delle innovazioni tecnologiche e tecniche per migliorare gli aspetti qualitativi e quantitativi delle produzioni – spiega il prof. Sciortino – mantenendo bassi i costi di produzione e riducendo gli effetti di impatto ambientale che genericamente l’agricoltura produce. Il mondo universitario, e in particolare il Consorzio Ricerca Ites, ha messo a disposizione le proprie ricerche scientifiche per migliorare la sanità del terreno e dunque dei prodotti. Lo step futuro sarà quello di generalizzare questi risultati positivi riuscendo, così come si è fatto sperimentalmente, a passare dai laboratori ai campi agricoli”.
E per tale ragione il progetto ha previsto la creazione di un manuale di buone pratiche che sarà on line e dunque disponibile a tutti. “Lo scopo di questi progetti è quello di trasferire ricerche già effettuate in sede universitaria applicandole in agricoltura, all’interno delle aziende – spiega l’agronomo Mario Puccio, coordinatore delle azioni – Dunque una fusione tra le conoscenze del mondo universitario e l’esperienza di chi opera in prima linea.
Si è insomma fatto rete all’interno di un’azione progettuale tesa a ridurre l’impatto ambientale nella fase di concimazione, prevedendo l’utilizzo di plastiche a lunga durata, con minore necessità di smaltimento, oltre all’utilizzo di materiali biodegradabili che dunque, a fine utilizzo, potranno essere interrati tornando alla natura. Si è poi guardato alla trasformazione dei prodotti attraverso tecniche innovative capaci di non alterare le proprietà nutritive e garantendo qualità ai consumatori”.
E le prospettive sembrano essere positive, come ha spiegato il tecnico alimentare Luigi Gurrieri: “E’ sempre crescente il successo delle conserve sia nel mercato italiano che in quello estero e dunque le possibilità di sviluppo possono riguardare la messa a punto di alcuni prodotti o la creazione di nuovi, partendo dagli ortaggi che in modo copioso si coltivano nell’area iblea. E questo ci permetterà di acquisire nuove fette di mercato attualmente minato dagli altri Paesi dell’area del Mediterraneo”.
E il progetto L’Ottagono ha permesso di coinvolgere gli addetti ai lavori in questa grande azione di divulgazione sia delle ricerche scientifiche che dei positivi risultati ottenuti. Non a caso, come ha spiegato l’agronomo Franco Celestre, il progetto è stato scelto anche per rappresentare la Sicilia in un meeting internazionale. “Innanzitutto vanno ringraziate la Regione e l’Unione Europea che ci hanno permesso, finanziandolo, di presentare questo progetto attraverso la misura 124 del Psr – spiega Celestre – Si è provveduto alle varie fasi progettuali, passando dal collaudo, al trasferimento e alla diffusione di ricerche sui prodotti orticoli trasformati con particolare riguardo alla sicurezza alimentare e alla qualità finale del prodotto”. Con capofila la ditta “Rizza Maria Pina”, il progetto ha visto come partner Associazione semplice tra produttori agricoli Piombo, Arte Bio di Zisa G. e G. S.S., Società agricola F.lli Licitra di Licitra Giuseppe e C. S.S., Consorzio Agricolo Orto Natura, Consorzio Agricolo Borgo del Sole, Azienda Agricola Italplant di Fidone Vincenzo, Ottagono s.r.l., A.Bio.Med (Agricoltura Biologica Mediterranea) Società cooperativa agricola, Progetto Natura Società Cooperativa Agricola, Ragusa Latte Società Cooperativa, Consorzio Regionale per l’innovazione tecnologica della serricoltura (I.TE.S.), Centri Regionali per le Tecnologie Agroalimentari, Società consortile a responsabilità Limitata (Certa s.c.r.l.), Ce.Fi.T srl, Nuovo Centro Chimico Ibleo di Marino Nicoletta e C. sas. Coordinatore scientifico del progetto il professore Alfonso Sciortino, coordinatori azioni, i dottori agronomi Francesco Celestre, Giorgio Gurrieri, Mario Puccio, Maria Scollo, e il dottor Paolo Ferlisi.
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