I rimborsi del sisma del dicembre ’90 dimenticati dal fisco, paradossale

Antonietta-Laterra2“Nonostante siano trascorsi oltre 23 anni dal terremoto che colpì la Sicilia sud orientale la notte del 13 dicembre 1990, non si è risolta la questione legata al rimborso delle maggiori imposte e dei maggiori contributi versati puntualmente nelle casse dell’erario da cittadini e contribuenti onesti e diligenti, pur tra i disagi e le incertezze che susseguirono all’evento sismico”.

E’ quanto denuncia il presidente dell’Associazione nazionale commercialisti di Ragusa, Antonietta Laterra. “Giova ricordare – aggiunge quest’ultima – che ai contribuenti residenti nelle province di Ragusa, Siracusa e Catania, colpite dal sisma, il legislatore ha dato la possibilità, negli anni 1990, 1991 e 1992, di sospendere i versamenti dei tributi dovuti e, immediatamente a seguire, la rateizzazione del totale dovuto maggiorato di interessi.

I tributi sospesi e non versati sono stati, con la legge 289 del 27 dicembre 2002, oggetto di condono. E’ stata data la possibilità di pagarli per il solo 10% del loro ammontare. Si sono venute a creare differenti condizioni: da una parte coloro che non avendo pagato i tributi, con il condono dell’anno 2003, hanno usufruito dell’abbattimento del 90% delle imposte e, dall’altra, coloro che hanno versato quanto dovuto, maggiorato persino di interessi, e insieme con questi tutti i lavoratori dipendenti e i pensionati, che avendo la trattenuta alla fonte, non hanno potuto godere dei vantaggi prodotti dal condono. Questi ultimi hanno potuto soltanto ricorrere ad una specifica istanza di rimborso disattesa, ad oggi, dall’Agenzia delle Entrate”.

“Al fianco di questi cittadini, che hanno ricevuto dal Fisco italiano un indubbio trattamento iniquo – aggiunge Laterra – si sono schierati il Coordinamento siciliano delle associazioni dei commercialisti e l’Associazione nazionale commercialisti che hanno ritenuto necessario investire della delicata questione il Garante del contribuente per la Regione Sicilia, i prefetti delle tre province colpite dal sisma oltre ai vertici degli uffici finanziari. Non è ammissibile che un cittadino, o più precisamente il contribuente più diligente, debba vedersi negato e calpestato un diritto da parte di un Fisco ingordo il quale si erge al di sopra della stessa legge non attenendosi a quanto sentenziato perfino dalla suprema Corte di Cassazione. Sono trascorsi ben oltre 23 anni e già, in molti casi, quegli onesti contribuenti, trattati da sudditi e non da cittadini, non hanno visto arrivare il rimborso prima di passare a miglior vita: che sia questo l’obiettivo del Fisco?”.

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