Il pittore modicano Giuseppe Fratantonio (Gieffe) espone a Londra

Giuseppe Fratantonio in arte GieffeModica – I paesaggi iblei del pittore Giuseppe Fratantonio in arte Gieffe saranno esposti a Londra nella 5th Gallery, al 23 di Heneage Street nel multietnico quartiere di Brick Lane, dal 20 al 29 marzo nell’ambito della collettiva “Another Italy, n. 2” a cura di Silvia Arfelli (inaugurazione domenica 20, ore 17.30; visite tutti i giorni ore 10.00-19.00).

La mostra, allestita in collaborazione con l’agenzia d’arte “La Maya desnuda” eventi di Forlì, si inserisce in un più ampio progetto che intende promuovere la circolazione dell’arte figurativa italiana nelle grandi capitali europee con mostre, conferenze ed eventi. Sedici gli artisti selezionati per l’occasione: Anna Actis Caporale, Cristina Anna Adani, Manuela Baggio, Matteo Cravedi, Fabiola Erinni, Antonino Fulci, Piero Gianfranceschi, Martina Goetze Vinci, Gabriella Marazzi, Loretta Mattioli, Gisella Nano, Stefano Santoro, la russa Svetlana Smyshlyayeva, Alessandra Tabarrani, Virgilio Vairo e il modicano Gieffe.

Fratantonio, in particolare, porterà nella galleria londinese quattro opere di recente fattura, realizzate con colori ad acrilico: “The gate” (il cancello), “Luci d’estate”, “In attesa”, “Dopo la pioggia”. Protagonisti della sua pittura espressionista e metafisica, come l’ha definita il critico d’arte e scrittore Diego Guadagnino, sono i paesaggi – le marine, le colline, le campagne iblee – colti in un’ampia gamma di variazioni di luce, dai cieli rossastri dei tramonti alle venature giallo-marmoree delle nubi all’alba, dal viola della sera fino alla piena luminosità del giorno, passando per le atmosfere dilavate del cielo dopo la pioggia.

«La sua valenza espressiva – ha scritto la critica d’arte Maria Teresa Prestigiacomo – si articola affondando le sue radici nel suo amato paesaggio pozzallese e modicano, il suo ispiratore Paul Klee. Il suo paesaggio, pur evocando, a volte, la metafisica o Hopper, risulta originale e non certo vicino a citazioni giacché originale e strettamente legato alla rappresentazione del suo paesaggio che ama osserva cura, culla come un bambino, attraverso il suo risveglio, accarezzandone e cogliendone i colori del mattino dell’alba del tramonto, del meriggi, dell’afa, dell’imbrunire, sempre con eleganza del tratto, con la pulizia delle sue linee nette, semplici ma efficaci nel narrato pittorico della sua amata terra».

Per il pittore di origine modicana ma pozzallese di adozione, la mostra londinese giunge in un momento artistico particolarmente felice, tra il recente successo delle collettive di Arcore (Palazzo Borromeo) e Firenze (Giubbe Rosse), e l’imminente esposizione al Salone d’arte di Beziers (Francia).

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