La città di Modica può dirsi soddisfatta della decisione della giunta Musumeci riguardo l’acquisto della casa in cui nacque il Nobel per la poesia Salvatore Quasimodo?
E’ un interrogativo a cui si troverà, forse, una reale risposta nel tempo, senza manipolazioni di interessi elettorali, dato che in una città, non basta da sola la presenza di siti culturali o definiti tali.
Occorre anche un’impeccabile gestione amministrativa, che investa nella formazione del personale addetto all’accoglienza, che risponda al pagamento puntuale degli straordinari in caso di eventi culturali cittadini a tutte le figure coinvolte e soprattutto, la creazione e manutenzione dei collegamenti e dei trasporti. Tutte cose, queste, che nella nostra Sicilia sono sogni, o per meglio dire incubi.
Peccato però, per tutti gli atri immobili offesi dal tempo, che inghiottono nell’indifferenza anche i numerosi personaggi illustri e geniali della nostra città. E’ una vera sfortuna che non siano di proprietà di privati che li vogliano vendere! Che ironia che ci siano immobili regalati al Comune, alcuni persino con affreschi di grande valore che stanno ormai scomparendo dalle pareti. Delle pareti stesse si dubita la resistenza.
Un milione di euro per ciascuno avrebbero fatto rinascere la memoria e lo splendore della Contea di Modica. Accessibile a tutti, nessuno escluso. Questo prezzo non va infatti inteso come l’esclusivo prezzo per l’acquisto dell’immobile, ma come il risultato di ulteriori interventi per creare un polo museale in via Posterla.
Tuttavia, è con un certo piacere che si rileva ci sia accorti dei vincoli culturali, che come in questo caso, hanno richiamato l’interesse e l’impegno perfino di correnti politiche opposte.
Al contrario, dei vincoli paesaggistici, di cui sembra non accorgersi quasi nessuno. Sarà per questo che si accampano resort su dune, Muos dentro una sughereta, abitazioni nella Valle dei Templi, progetti di impianti di biogas accanto ad aree archeologiche…ma questa è un’altra storia.
Arianna Salemi