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I giochi di ruolo on line sono pericolosi per i nostri figli ?

I giochi di ruolo on line stimolano la socialità e le capacità cognitive, ma per le caratteristiche che hanno creano dipendenza.

La dottoressa Valeria Nigro, psicoterapeuta, spiega che attraverso l’uso di un avatar ossia di un alter ego, creano competenze e capacità riconosciute dagli altri giocatori, che partecipano da tutto il mondo e che giocano regolarmente.

Questo tipo di giochi non si fermano mai, impossibile metterli in pausa. Questa frattura tra mondo reale e virtuale, porta all’isolamento e alla regressione. Cosa possono fare i genitori ?

E’ fondamentale capire da dove ci si collega al mondo virtuale, se dalla propria stanza o da una stanza vissuta da tutti, ad esempio la cucina oppure da un telefono, che dà la facilità massima di accesso.

La dipendenza, che va vista anche come uso continuo di altri dispositivi, non solo dei giochi di ruolo on line, richiama alla funzione educativa i genitori ,che devono dare dei tempi di utilizzo, insieme alla consapevolezza che la buona educazione vale sia nel reale che nel virtuale.

Le regole sono di aiuto, contengono la dispersione e la dipendenza. Questo è un modo nuovo di manifestare un disagio relazionale e corporeo, anche perché il mondo virtuale fatto di estrema velocità, è contrapposto ai tempi di maturazione individuale di bambini e adolescenti.

Occorre dunque che i genitori conoscano il mondo virtuale e i vari dispositivi avvicinandosi sinceramente ai figli più per sostenerli in caso di necessità, che per controllarli e basta. La scuola può aiutare le famiglie, afferma la psicoterapeuta, acquisendo le conoscenze del mondo virtuale e traducendole in opportunità.

E ci da ancora spunti interessantissimi, come quello di lavorare sull’alter ego ” Chi sono io nel mio corpo?” , sul tempo ripensato, sullo spazio ridefinito e la relazione che si può ricollocare, sull’essere in tante parti del mondo con l’esserci.
Si ai giochi di ruolo on line, dunqe, ma con accanto regole sui tempi di utilizzo, insieme al sostegno e alla presenza in caso che il gioco prenda troppo la mano.
Arianna Salemi

Foto tratta dal sito: giochi-guerra.com

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