Il dito nell'occhio

Grillo, chi di gogna ferisce di gogna perisce

Vedere Grillo difendere il figlio con la bava alla bocca dalle inchieste dei magistrati, in un video gli fa onore come padre.

Molto meno come leader politico: o meglio, molto meno come leader dei 5 stelle.

Perché il Grillo ferito nell’onore, che reclama la presunzione di innocenza per il figlio, che se la prende con i giornalisti rei di aver “speculato” sulla vicenda, è lo stesso Grillo che ha utilizzato in questi anni la giustizia come una clava contro gli avversari.

E’ il Grillo ideologo e leader del movimento dei Di Battista, della Taverna, di Morra, tutta gente per la quale il “meglio un innocente in galera che un colpevole fuori” di orlandiana memoria, è uno slogan garantista.

Ed è anche una coincidenza tragica come questa vicenda, non certo per il contenuto, ma per l’esposizione mediatica, si intrecci con quella della D.ssa Boda, la funzionaria del Ministero della Pubblica Istruzione che ha tentato il suicidio, restando paralizzata, dopo aver subito una serie di perquisizioni per una presunta tangente.

Anche lì a provocare l’insano gesto le pagine dei giornali, le violente accuse degli ultras della politica per la “colpevole amicizia” della stimata funzionaria con la Boschi; insomma, nulla di nuovo sotto il sole.

Con la differenza che stavolta a subire la gogna è chi quella gogna ha costruito con una sofisticata strategia che ha aperto le porte di Palazzo Chigi.

Però si sa, l’Italia è quello splendido Paese nel quale per i “puri” non c’è speranza; è solo questione di tempo: prima o poi trovi sempre uno più “puro” di te che ti “epura”

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Gianni Contino