Il dito nell'occhio

Primo Maggio 2021, c’è ancora tanta strada da fare

E’ il primo maggio 2021 e noi siamo davvero una Repubblica democratica fondata sul lavoro?

Anche la pandemia mette a dura prova questa affermazione contenuta nella Costituzione Italiana. Intanto, movimenti, partiti e sindacati fanno il punto della questione, esaminando bilanci pesanti delle morti sul lavoro, prendendo nota dell’emoraggia dei cassa integrati, raccogliendo dettagli dalle donne emarginate dall’ambiente lavorativo a causa del covid, ponendo l’attenzione sui diritti violati di trans , di gay o di lesbiche, che ancora oggi, sono oggetto di emarginazione lavorativa.


La riflessione delle commemorazione e della festa del primo maggio, si affaccia quindi su negligenze, distrazioni e omissioni legislative, politiche, sociali di cui i lavoratori continuano a farne le spese.

Eppure, il primo maggio 1867 venne approvata la legge per il tetto delle otto ore lavorative, a fronte delle usuali 16 ore. Eppure, il primo maggio del 1886, durante una protesta per il mancato rispetto dell’orario di lavoro, da definirsi entro le otto ore, morirono i manifestanti di Chicago, sotto il fuoco della polizia.

In loro memoria nacque questa festa che verrà soppressa dal Regime Fascista, per poi diventare festa nazionale nel 1945. Ma nel 2021 c’è tanto da fare, se non addirittura, ricominciare da capo.


Arianna Salemi

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Arianna Salemi