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Parco degli Iblei si piega agli interessi delle multinazionali: sarà deturpato da impianti fotovoltaici

Negli ultimi anni in tutto il Val di Noto e nei Comuni dove ricade il sistema montuoso dei Monti Iblei, le comunità hanno avviato un dibattito, anche acceso, tra i pro e i contro all’istituzione del Parco degli Iblei, il cui perimetro comprende le Province di Catania, Siracusa e Ragusa.

Incontri fiume tra ambientalisti, associazioni venatorie, associazioni di categorie produttive da una parte e istituzioni dall’altra, finalizzati a mediare il perimetro del Parco e soprattutto i vincoli a cui i proprietari delle aree interessate verrebbero sottoposti. Da una parte chi riteneva il Parco troppo penalizzante per lo sviluppo economico tradizionale, dall’agricoltura all’edilizia, e, dall’altra, chi riteneva che lo sviluppo economico sarebbe soprattutto venuto dal turismo ambientale e dalla protezione del territorio, della biodiversità e di produzioni di eccellenza garantiti dai vincoli, che avrebbero permesso di catalizzare finanziamenti cospicui che tanti benefici avrebbero portato al territorio.

Bene, pare che né gli uni né gli altri potranno vedere accolte le istanze avanzate. Infatti, la Regione Siciliana, nonostante la contrarietà del territorio manifestata con deliberazioni dei Consigli comunali di Canicattini Bagni, Siracusa e Noto, ha autorizzato, unilateralmente e contro la volontà del popolo, l’installazione di immensi e deturpanti impianti fotovoltaici. Un’area di 100 ettari destinata a siti dove installare impianti fotovoltaici. Le lungaggini e il tergiversare del Governo Regionale sull’iter che avrebbe portato all’istituzione del Parco degli Iblei, ha prestato il fianco agli interessi delle multinazionali che potranno fare man bassa accaparrandosi per pochi spiccioli vaste aree agricole da destinare a siti fotovoltaici, approfittando della bassa redditività dei terreni che potrebbe convincere diversi proprietari ad accettare le loro proposte di affitto o di vendita.

Un ulteriore duro colpo l’agricoltura siciliana. Nel corso dei decenni la nostra agricoltura è stata colpevolmente distrutta dalla politica a qualsiasi livello di competenza. La globalizzazione ha dato vita ad una concorrenza impari tra i nostri imprenditori e quelli del resto del mondo. L’Europa ha imposto negli anni regole e cavilli cervellotici a danno delle nostre eccellenze agroalimentari e per ultimo il CETA. Tutto ciò con il disarmante consenso della nostra classe politica oramai piegata su se stessa sotto i colpi del sistema capitalistico finanziario e tecnocrate che governa l’Unione Europea.

Il via libera da parte della Regione Siciliana agli impianti fotovoltaici, potrebbe rivelarsi il colpo finale alla nostra agricoltura e al contempo deleterio per le nostre straordinarie risorse paesaggistiche e ambientali.

Ma c’è il rischio che i 100 ettari potrebbero diventare 2000. Una vergogna figlia del consenso del Governo guidato da Nello Musumeci e della Commissione speciale istituita presso l’Assessorato al Territorio e Ambiente della Regione Siciliana.

E’ di questi giorni la notizia che il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha annunciato la sua autocandidatura per un secondo mandato elettorale, ma, in molti, ritengono, dopo l’esperienza di questi 3 anni e mezzo di governo, che un’altra legislatura da lui guidata e appoggiata dai quei partiti che stanno consentendo lo scempio della nostra agricoltura e del nostro patrimonio ambientale, rappresenterebbe un rischio reale per i futuro della Sicilia e dei siciliani.

Consapevoli dell’importanza dell’industria e dell’artigianato da organizzare però nei siti preposti a ciò, molti ritengono che l’agricoltura, l’ambiente, il patrimonio naturale, il turismo e l’enogastronomia, rappresentano il volano per una economia sostenibile nel tempo a cui i siciliani non possono assolutamente rinunciare e su questo postulato, viene chiesto al Parlamento Siciliano, ai Sindaci e ai Consigli Comunali siciliani di avviare ogni possibile azione nei confronti del Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e della sua Giunta, affinché si revochino le autorizzazioni, si coinvolgano i territori nel processo decisionale e soprattutto si opti per autorizzare impianti di questa portata nelle aree di meno pregio paesaggistico escludendo anche quelle a forte vocazione agricola.

Emanuele Cavallo

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