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BAPR, audizione controllata e scontata. Le azioni la banca non le riacquista: risparmiatori arrangiatevi e rimetteteci

Ieri in Commissione alla Camera la tanto attesa audizione dei vertici dell’Istituto di credito ragusano. Commissari deludenti senza una vera capacità ispettiva. Sul piedi di guerra il comitato dei piccoli azionisti

Mancava solo l’applauso dei Commissari componenti della Commissione di Inchiesta Parlamentare sul Sistema Bancario a rimarcare i complimenti ai vertici della BAPR che ieri sono stati ascoltati in audizione.

Commissione di inchiesta che, in verità, da quanto si può percepire dalla registrazione dell’audizione poco ha a che fare con le inchieste vere, quelle che veramente vogliono approfondire e portare alla luce eventuali pratiche scorrette.

Ascoltando la registrazione si ha la sensazione di una inchiesta più politica, di comprensione dei problemi e approvazione dei comportamenti tenuti della Banca nella gestione della vicenda oggetto dell’audizione.

Il Dr. Arturo Schinina e il Direttore Generale Dr. Saverio Continella, hanno relazionato sui quesiti posti dalla Commissione.

Dopo una brevissima esposizione storica sulla banca ad opera del Dr. Schinina, la parola è passata al Dr. Continella che ha snocciolato dati e statistiche che hanno messo a fuoco le fondamentali di bilancio e la patrimonializzazione dell’istituto bancario Ragusano che ne garantiscono la granitica solidità presente e futura, spiegando anche le iniziative che hanno consentito di attenuare le drammatiche conseguenze dei crediti degenerati che dal 2008, in linea con il trend planetario, hanno subito una crescita importante.

Qui la registrazione integrale della seduta: https://webtv.camera.it/evento/18515

Il trattamento delle azioni e degli azionisti

Con riferimento agli azionisti, il Dr. Continella ha precisato che le azioni emesse non riconoscono ai titolari nessun diritto al rimborso, precisazione che, per chi non lo avesse ancora capito, mette una pietra sopra all’investimento a rischio zero come oramai era considerato e spegne ogni speranza di disinvestimento dei titoli al di fuori del mercato e al prezzo di mercato, salvi casi eccezionali per mezzo di un fondo di solidarietà di recentissima istituzione e suggerito dalle tensioni sociali creatisi negli ultimi tempi.

Negli anni si era formata, infatti,  questa credibilità verso le azioni della BAPR per via del rimborso e del riacquisto dei propri titoli che l’Istituto, in assenza di divieto, praticava nei confronti dei risparmiatori.

In funzione di questo modus operandi, la Banca era diventata sempre più credibile al punto di fare diventare l’investimento nelle proprie azioni di interesse pari a quello  immobiliare ma di immediata realizzazione in caso di bisogno.

Ed così che in tanti, o per propria convinzione o per azione persuasiva dei funzionari, hanno investito quasi tutto il proprio portafoglio in azioni della Banca, trovandosi ora con un pezzo di carta che rischia un forte deprezzamento per via delle regole di mercato che ne determina il prezzo.

Le domande dei Commissari

Tornando all’inchiesta, i Commissari hanno posto delle domande a precisazione di alcuni punti illustrati nella relazione. In particolare i commissari hanno chiesto:

di conoscere l’evoluzione storica della normativa sulle autorizzazioni a riacquistare le proprie azioni;

di conoscere il funzionamento del mercato secondario in cui la banca ha deciso di collocare le azioni in possesso dei risparmiatori;

la percentuale di concentrazione delle azioni rispetto al portafoglio degli azionisti.

Queste le domande più rilevanti.

Al primo quesito il Dr. Continella ha risposto che bisogna dividere tre periodi. Il primo antecedente al 2011, periodo in cui non vigeva nessun divieto; dal 2011 al 2013, periodo in cui si potevano acquistare senza alcuna autorizzazione fino al 5 per cento delle proprie azioni; Dal 2014 ad oggi, periodo in cui vige il divieto di acquistare le proprie azioni, salvo autorizzazioni.

Al secondo quesito, cioè alla concentrazione di azioni per singolo azionista rispetto all’Intero portafoglio a disposizione, ha risposto illustrando un calcolo aritmetico che mette in rapporto il totale delle azioni con il numero di azionisti, che di per se, come ci spiega la Dottoressa Letizia Giorgianni, Presidente dell’Associazione vittime del Salvabanche, “non dice nulla sui numerosissimi casi in cui la concentrazione arriva fino al 90 per cento del portafoglio a disposizione del cliente.

“Tra l’altro il calcolo interessa gli ultimi 5 anni, che sembrerebbe fuorviante, un modo furbo”.

Ma i Commissari, pare,  non abbiamo sentito l’esigenza di ritornare su questo argomento significando che hanno ritenuto soddisfacente ed esaustiva la risposta.

In merito al mercato secondario o parallelo, è stato chiarito che il valore delle azioni viene determinato dalla domanda e dall’offerta. Precisazione che conferma quanto dicevamo prima.

Gli azionisti devono abbandonare l’idea di vedersi rimborsati o rivendere alla Banca i titoli come avvenuto nel passato.

L’ultima domanda è stata formulata da Letizia Giorgianni. Ha chiesto di conoscere i riferimenti normativi, di visionare le richieste di autorizzazione e gli eventuali dinieghi al riacquisto.

Le risposte mancate

La Giorgianni, però,  non ha avuto risposta se non un impegno a ricevere una relazione successivamente. La  Giorgianni, da noi telefonicamente contattata, ha esternato alcune perplessità che riportiamo di seguito: “è abbastanza bizzarro che la Commissione Parlamentare di Inchiesta abbia limitato la sua indagine agli ultimi cinque anni e non all’ultimo decennio, anzi dal 2008. Mentre si è lamentata di non aver potuto formulare alcuni quesiti. E poi si è lamentata con la Presidente della Commissione che non le ha consentito di formulare altri quesiti, sui requisiti per accedere al Fondo di solidarietà e quante deleghe sono riconducibili ai dipendenti della Banca Agricola e ai loro parenti e quanti di queste sono a favore della Banca nell’approvazione del Bilancio?”

Nell’attesa che a queste domande qualcuno vorrà dare una risposta, è indubbio che i risparmiatori chiamati azionisti nel momento in cui la governance della Banca ha registrato l’introduzione di nuove regole che si sovrapponevano alla drammatica crisi finanziaria, andavano protetti. Invece, come appreso in audizione, solo dal 2016 sono state introdotte misure che non consentono di concentrare l’intero portafoglio a disposizione del cliente.

E’ una forma di ammissione implicita che nel periodo antecedente ciò è accaduto e pare che queste posizioni siano al vaglio delle autorità.

In campo il Comitato dei piccoli azionisti

Tant’è che il  comitato dei piccoli azionisti della Bapr, oggi si è dichiarato  fortemente indignato per le dichiarazioni fatte dal direttore generale Saverio Continella in sede di audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche e i servizi finanziari.

“Tanti sono i punti da chiarire e le lacune lasciate dalla relazione fatta dal direttore generale dell’istituto di credito siciliano”.

Il Comitato ha articolato un esposto denuncia nei confronti del management della banca, mettendo in rilievo le criticità sulle modalità di vendita del titolo azionario durante gli anni, ma soprattutto sulla mancanza di correttezza e della giusta informativa da parte della banca sul piazzamento del titolo azionario. Nella nota il Comitato scrive, “ il titolo azionario – lo ripetiamo – era venduto come “liquidabile in tre giorni” e invece si ritrova “sequestrato”.

“Occorre dunque che la Commissione presieduta dall’onorevole Carla Ruocco verifichi attraverso la propria attività istruttoria i periodi di acquisto, le modalità con cui i titoli sono stati messi in vendita. Si sta parlando di un sistema iniziato dalla fine degli anni ’90 – 2000. Di gran lunga antecedenti al 2016”.

“Il comitato (Salvatore Rando, Avv. Florinda Giangravè, dott. Salvatore Barrano, ing. Mirco Di Dato, Attilio Gregna)  chiede e spera nella celere audizione dei suoi rappresentanti in maniera da potere controdedurre efficacemente mettendo in risalto la verità fattuale degli accadimenti che si sono avvicendati durante questi anni”.

Emanuele Cavallo

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Gianni Contino