Pozzallo – (Anna Caschetto) – Un incontro provocante e dissacratore come il personaggio in oggetto quello concretizzatosi qualche sera fa con il poliedrico, ancora solo quarantaquattrenne, Giulio Cavalli a Pozzallo.
IL titolo della rassegna letteraria in corso, “Verba Movent”, sembra essere stato coniato appositamente per le sue performance artistiche in senso lato, essendo il milanese un autore e regista teatrale, oltre che scrittore e giornalista impegnato anche nella lotta contro ogni tipo di mafia, attività per la quale gli è stato conferito il premio Fava nel 2010.
Da persona cimentatasi anche nell’agone politico, porge un più che convinto invito ad “essere umani” nei confronti degli immigrati. (Leggere il suo “Carnaio”, premio selezione Campiello nel 2019 per credere).
Fra le sue affermazioni:
-Siamo tutti democristiani (come dargli torto?)
-La distopia, di frequente associata ai miei scritti, non esiste. (La realtà è questa, viva e tangibile nella sua crudezza.)
– La resilienza, come tanti altri termini in uso nel linguaggio corrente, non ha alcun significato. (Quanti neologismi vuoti e retorici infarciscono la nostra mente!).
E così via discorrendo…al seguito delle domande incalzanti ma sempre pertinenti di un’attrezzatissima Ester Guglielmino ( nella foto di copertina con Giulio Cavalli).
Ciò perché è ” La Parola” a dar corpo al tutto, questo strumento preziosissimo a volte aspro e tagliente, ma giammai innocuo. Sarà lei, è non la tanto inflazionata “bellezza” di Dostoevskiana memoria, a salvare il mondo? Sì, questo mondo nel quale siamo tutti rinchiusi come all’interno di un cerchio in cui le e-mozioni vengono bandite e l’empatia castrata sul nascere? (Leggere il suo “Nuovissimo Testamento” per capire.)
Hanno in particolare i giovani bisogno di aprire quella cassetta di attrezzi utili ad uscire da uno stato di “Disperanza” (felice ed efficace denominazione) rilevato con sapienza da maieuta socratico dalle numerose confessioni sui social?
Necessario. Per far sì che gli abulici, i diffidenti e tutti coloro che rinunciano ad essere protagonisti della propria vita, scivolino nel buio della disperazione. Occorre osare l’inosabile, diremmo.
Eravamo a Pozzallo, perciò l’eco del motto di Giorgio La Pira non poteva non farsi sentire: sì, “SPES CONTRA SPEM” .
Anna Caschetto