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I Pronto Soccorso senza medici, le colpe della politica e il calvario degli utenti

Una nota del Direttore Generale lancia l’allarme per la carenza di sanitari

( di Mariacarmela Torchi) – L’Asp di Ragusa, ha diramato una nota che,  forse per una nostra mancanza, non abbiamo ben compreso.  Nella nota si legge, riportiamo testualmente, che “L’Asp di Ragusa è stata costretta a disporre che tutte le UU.OO.CC.  delle Emergenze contribuiscano a garantire turni nei tre Pronto Soccorso. La situazione è particolarmente difficile a causa della carenza dei dirigenti medici nelle discipline di emergenza, soprattutto, nelle ASP delle province più piccole. Condizione che mette sottopressione il sistema sanitario già provato della pandemia.” 

Poi la nota continua con l’auspicio da parte del direttore generale che arrivino al più presto “forze nuove” e l’invito ad evitare gli errori del passato sui tagli alla sanità. Bene, a chi si rivolge il direttore Aliquo’? Alla politica, all’Assessore alla Salute,  al Ministro della Salute?

E’ da anni che, noi giornalisti, sbraitiamo sulla carenza di medici nei Pronto Soccorso.

Mai una risposta, ogni tanto qualche ammissione e null’altro.

Code e attese interminabili, con emergenze frequenti, pazienti che trascorrono ore ed ore in un pronto soccorso in attesa che l’unico medico e due infermieri smaltiscano il lavoro che si accumula ogni ora.

Ed ora che la situazione è diventata esplosiva che fa il manager dell’Asp di Ragusa?, prende carta e penna e per mettersi a posto con la coscienza, ammette pubblicamente  che la colpa della grave situazione dei Pronto Soccorso della Provincia non è la sua?  

Come dicono a Palermo: Agneddu e Sucu e finiu u Vattiu.

Ecco questo oggi ha comunicato l’Architetto che regge le sorti della sanità iblea. Quindi cari utenti non vi ammalate, non ricorrete spesso al Pronto Soccorso, solo in casi eccezionali e quasi in punta di morte, perché tanto anche se correte non trovate medici e non vi curano.

In sintesi è questa la storia drammatica nella quale il manager ha voluto mettere un punto. Se ne è lavato le mani, e ha passato la palla. A chi? Ai medici? Alla politica?

C’è chi legge un siluro all’indirizzo dell’Assessore Ruggero Razza. Può darsi.

Ma ai poveri disgraziati che hanno bisogno di cure e di essere assistititi urgentemente che diciamo?

Eppure qualche giorno fa l’Asp ha diffuso una lettera di ringraziamento che un paziente ha voluto inviare ai medici anche del Pronto Soccorso per dare loro un contentino?Certo sulla scrivania del Direttore Generale Aliquò arriveranno tante lettere, sicuramente di lamentele, di improperi, di improbabili denunce di malasanità, ma sicuramente queste non saranno mai pubblicate, ma è probabile che il numero abbondante di queste missive, avranno scatenato la reazione del manager, tanto che ha preso la decisione di diffondere il comunicato in cui sostanzialmente si dice: Non è colpa mia, ma di altri.

E’ la differenza tra ringraziamenti e lamentele, che rende insopportabile la gestione di questo ramo della sanità (emergenze-urgenze) sapendo che non è certo colpa dei medici a cui grazie! dovremmo dirlo ogni giorno perché, ricordiamoci, che a differenza di come ci vogliono far credere, non sono super eroi, sono donne e uomini, madri e padri, con i loro problemi e le loro fragilità che cercano di fare al meglio il loro lavoro e che, a volte, commettono degli errori, come tutti. Ma, a quanto pare, i medici del Pronto Soccorso, sbagliano più degli altri perché? Solo perché sono un facile bersaglio.

Addirittura, tempo fa, un medico mi raccontava che qualcuno si recava al Pronto Soccorso già con l’Avvocato, così in via precauzionale. Ma veramente l’Architetto Aliquo’ non può fare niente per risolvere la situazione ed è costretto a rivolgersi alla politica scrivendo un comunicato?

Pensavamo che avesse un canale preferenziale per interloquire con i poteri decisionali oppure quel canale serve solo per le corsie preferenziali? Certo sempre corsie sono, peccato che, in quelle corsie, spesso i malati muoiono e la colpa non è certo dei medici che ci mettono la faccia e che poi devono rispondere di colpe che non hanno.

Perché, diciamolo chiaramente, i medici sono bravi ma potrebbero esserlo molto di più se chi dovrebbe aiutarli, realmente, dotandoli di ciò di cui hanno bisogno, non pensasse ad altro.

Il manager nella nota ad esempio parla di “tagliare gli sprechi” ed in questo ci trova d’accordo perché magari invece di inaugurare qualche reparto in più utile, o sistemare qualche nuovo primario, magari potrebbe concentrare le sue forze sul Pronto Soccorso e incentivare e supportare i medici che sono costretti a fare il lavoro sporco, con turni stancanti e corsie strapiene.

Forse, bisognerebbe chiedere al Governo un trattamento particolare per i medici che lavorano in prima linea, e bisognerebbe anche tutelarli di più. Insomma, crediamo che questo comunicato è un tantino inutile, perché se si vuole fare qualcosa di concreto non lo si fa scrivendo una letterina. Oppure la prossima volta potrebbe indirizzarla a Babbo Natale e chissà magari qualcosa cambierà veramente. 

A conferma di quanto noi sosteniamo è arrivato il primo commento alla nota di Aliquò a firma del deputato Nello Dipasquale (Pd). “Prendiamo atto che anche il Direttore Generale dell’ASP di Ragusa ha dovuto ammettere il grave stato di crisi in cui versano i Pronto Soccorso delle piccole province, per la cronica carenza di personale”.  “Un allarme che ho lanciato più volte”

“La cosa più assurda, continua Dipasquale,  è che le carenze gestionali e di personale nelle strutture sanitarie arrivano in un momento complicatissimo dal punto di vista dell’assistenza al malato, cioè quello di una grave pandemia, e per il quale i Governi hanno stanziato ingenti risorse proprio per reperire medici, infermieri e quant’altro possa essere utile per offrire risposte efficienti alle richieste di cure della cittadinanza. Musumeci e Razza, nonostante le risorse disponibili, hanno brillato per immobilismo salvo favorire, forse, alcune realtà politicamente vicine all’area di Governo”.

Ci pare di capire che i tempi saranno lunghi e i Pronto Soccorso della provincia, per chi ci lavora e per chi ci ricorre saranno sempre più un calvario da non augurare a nessuno.

Mariacarmela Torchi

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Redazione