La notizia della fusione tra la società di gestione Sac (aeroporto di Comiso) e Soaco (aeroporto di Comiso) ha suscitato non poche perplessità.
In effetti, sembra strano che Catania dopo aver trattato per anni lo scalo comisano come ruota di scorta, adesso, abbia deciso di considerarlo alla pari o quasi.
Ad affermarlo Stefania Campo, deputata regionale del Movimento 5 Stelle, che dichiara senza mezzi termini “Sulla questione ci sono davvero troppi interrogativi, di cui si parla troppo poco. La fusione potrebbe anche essere un fattore positivo se da figliastri diventassimo figli e quindi se Comiso diventasse a tutti gli effetti il terzo aeroporto più importante della Sicilia e, quindi, volano ‘pubblico’ di crescita per tutta l’area del Sud-est dell’Isola. Ma sappiamo invece che accanto all’annunciata fusione ci sta ancora una grande operazione di vendita al privato e ciò non produce altro che incertezze sul futuro stesso dei due aeroporti.”
Non solo, non dobbiamo dimenticare che, se è vero che in seguito all’accordo la quota del Comune di Comiso sarà salvaguardata come quella del Comune di Catania, le percentuali sono ben diverse. Infatti lo scalo comisano vanta una percentuale del 2,04 nella Sac. Una partecipazione azionaria così irrisoria che rischia di far perdere al Comune di Comiso il potere di incidere sulle scelte strategiche di sviluppo dell’aeroporto Pio La Torre.
A sollevare queste perplessità il responsabile provinciale Enti locali della Lega Ragusa, Andrea La Rosa, anche nella qualità di presidente provinciale Mpsi. La Rosa chiede che i cittadini siano informati sui“ vantaggi oggettivi derivanti da questa fusione non dimenticando che lo scalo casmeneo, pur in periodo di pandemia, ha visto aumentare il numero dei passeggeri”.
Ed in effetti tutti saremmo curiosi di conoscere quali sono questi vantaggi oggettivi che al momento sembrano sfuggirci anche tenendo conto di una considerazione che mette in luce La Rosa “Con il commissariamento della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa avvenuto in questi giorni presumibilmente cambieranno anche i vertici Sac. Quindi, è ancora più importante capire i vantaggi di questa fusione proprio in questo momento ”.
Una perplessità sollevata anche dalla Campo “La geografia delle Camere di commercio appena ridisegnata in Sicilia, è il contesto in cui va inquadrata ogni ipotesi di privatizzazione degli aeroporti, per quanto riguarda il delicato nodo della spartizione e della cessione delle quote. La Camera del Sud-Est, oggi formalmente decaduta, controlla il 61,2% dell’aeroporto di Catania, ma chi ci garantisce che questa quota venga adeguatamente distribuita tra Catania, Ragusa e Siracusa e non rimanga in gran parte nell’ormai ‘indipendente’ Camera di commercio di Catania? Sarebbe il caso di fermare questa corsa alla privatizzazione, in attesa, quantomeno, di fare una riflessione sul futuro delle Camere di commercio siciliane”, conclude la deputata M5S.
Ed in effetti il nuovo accorpamento delle camere di commercio di Ragusa e Siracusa con Trapani, Agrigento e Caltanissetta potrebbe cambiare le carte in tavola. Non dimentichiamo infatti che esiste un altro importante aeroporto quello di Birgi a Trapani, e magari adesso Comiso potrebbe guardare altrove ottenendo dei vantaggi più proficui, in fondo anche i migliori matrimoni possono sciogliersi perché non dovrebbero sciogliersi quelli fatti per convenienza fra l’altro di una sola delle parti?
Staremo a vedere se si riuscirà a volare alto o se come sempre gli interessi di una parte prevarranno su quelli del territorio.