Ragusa – Il freddo e il vento gelido non lo hanno fermato e così stamattina, come promesso, Fabrizio Licitra ha posizionato il suo banchetto con le sue cose in Piazza San Giovanni e ha ripreso lo sciopero della fame in attesa, questa volta, di essere ricevuto dal Prefetto.
Ripreso perché non è la prima volta che l’imprenditore agricolo vittoriese protesta contro la vendita delle case all’asta al prezzo vile di cui lui stesso e’ stato vittima.
Pensate che la sua di casa del valore di 160 mila euro è stata venduta per 26.700.
Ma Fabrizio che è presidente dell’associazione ‘Vittime aste a prezzo vile’ dice: “ Non lo faccio per una questione personale, lotto contro il sistema per evitare che altre famiglie subiscano quello che ho dovuto subire io”.
Ed in effetti non è la prima volta che Fabrizio protesta contro questo sistema. Lo aveva fatto già nel 2017 dove ha resistito per ben 18 giorni poi però non ce l’ha fatta ed è stato trasportato in ospedale.
Purtroppo quel sacrificio non è servito a nulla perché da allora ad oggi è cambiato poco o nulla.
L’unica nota positiva è aver ottenuto un’audizione online con il Sottosegretario alla Giustizia Macina giorno 21 Febbraio. Ma servirà a qualcosa? Perché insieme a Fabrizio non c’è nessun altro a protestare?
Eppure le case vendute all’asta in questi anni sono davvero tante. Pensate che nel 2021 mentre nel resto d’Italia si assisteva ad una diminuzione delle aste, in Sicilia, in controtendenza si assisteva ad un aumento degli immobili sottoposti a vendita forzata. Solo a Ragusa a fine 2021 il numero di questi immobili era di circa 1700.
A peggiorare la situazione il Covid che se per certi versi ha bloccato il sistema delle aste ha di contro portato ad una svalutazione del valore degli immobili. Chi beneficia di tutto ciò?
Soggetti loschi che speculano sul dolore altrui.
Questo è un’altro punto dolente per cui Fabrizio protesta e per cui ha scritto anche al Presidente della Regione Nello Musumeci affinché si ponga fine questa speculazione autorizzata e faccia approvare, in quanto Presidente della Quarta Commissione, il decreto legge per l’istituzione del “Fondo di rotazione per il sostegno ai cittadini esecutasti finalizzato al mantenimento dell’unica abitazione”.
Ma l’Ars di questo argomento in realtà continua a non occuparsi.
Ad oggi infatti è stata negata anche l’audizione richiesta ad ottobre dalla deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo alle commissioni Servizi Sociali e Bilancio, sollecitata da novembre in poi. “L’audizione congiunta nelle commissione Servizi sociali e Bilancio, ha spiegato la Campo, ha come obiettivo quello di fare assumere alla Regione un impegno istituzionale chiaro, in modo da sostenere gli enti locali nel far fronte a questa piaga sociale, con appositi e idonei fondi, ma a quanto pare gli assessori competenti non hanno manifestato la dovuta sensibilità, partecipando a uno spazio di confronto e di azione nella sede più qualificata, l’Assemblea regionale. Non si capisce quanto tempo ancora si dovrà attendere.
Stefania Campo ( M5S) era intervenuta proprio dopo quanto accaduto a Licitra. “Sono trascorsi quasi tre mesi dalla mia richiesta di audizione, che a quanto pare non è stata fissata per la mancanza di disponibilità congiunta da parte dei due assessori convocati, Scavone per le Politiche sociali e Armao per il Bilancio. Che fanno, si nascondono?”si chiede la deputata 5 Stelle.
E ce lo chiediamo anche noi. Perché perdere la propria casa è come perdere una parte della propria vita che nessuno potrà mai restituirti.
È un prezzo troppo alto da pagare per chi in fondo è stato costretto anche dalla grave situazione economica attuale a non poter più pagare le rate del mutuo.
Insomma non è più possibile accettare questa situazione ed oggi noi della redazione del Domani Ibleo siamo a fianco di Fabrizio e di tutte le altre vittime di un sistema corrotto e illegale che funziona alla Robin Hood ma al contrario che ruba ai poveri per dare ai ricchi.
Inoltre c’è da dire che la difesa della prima casa ha visto il Movimento Cinque Stelle impegnato contro la direttiva europea che introduceva la possibilità di esproprio degli immobili dei mutuatari insolventi già dal 2016 con una protesta che tutti abbiamo imparato a conoscere con l’hastag #LaCasaNonSiTocca. Tutto ebbe inizio quando, sempre in quell’anno e sempre a Vittoria, si verifico’ la grave protesta finita in tragedia del sig Guarascio che per difendere la sua casa si diede fuoco.
Ed in effetti da allora qualcosa si è mosso.
Con il decreto del fare e la Corte di Cassazione che hanno stabilito in maniera definitiva e assoluta che la prima casa non si tocca e che “l’azione esecutiva non può più proseguire e la trascrizione del pignoramento va cancellata, su ordine del giudice dell’esecuzione o per iniziativa dell’agente di riscossione”.
Questo provvedimento importante riguarda però soltanto il pignoramento per motivi fiscali, per tutto il resto purtroppo le regole rimangono quelle che conosciamo.
Nella foto di copertina Fabrizio Licitra