Partendo dalla considerazione che condanniamo qualsiasi atto di violenza, bisogna però dire che, forse, prima di usare questo termine, bisognerebbe certamente sentire la diretta protagonista del gesto, perché la violenza è una cosa seria e non può essere fraintesa o c’è o non c’è.
Stiamo parlando del gesto che è possibile vedere nel video che pubblichiamo in fondo e che ha come protagonista l’allenatore della Pvt Modica Enrico Quarta e una sua atleta la capitana Fabiola Ferro.
La società ha diramato un comunicato dopo che ieri, un’emittente televisiva locale, ha mandato in onda un servizio dal quale emerge una pesante contestazione di tale episodio che appunto viene definito “atto violento”.
Inoltre nel servizio giornalistico la società viene accusata di aver colpevolmente taciuto.
Per questo motivo la Società Pvt Modica ha sentito l’esigenza di difendersi rammaricandosi per il messaggio non coerente con la realtà veicolato dal video in esame e smentendo nei fatti quanto asserito nel servizio televisivo, sottolineando che non si è affatto trattato di un atto violento, ma di “un gesto non intenzionale scaturito dalla concitazione del momento, frutto di una tensione esclusivamente agonistica.”
In effetti è quello che appare guardando il video ma ovviamente non siamo qui per giudicare ma per raccontare i fatti.
Bisogna precisare che la tensione in questo periodo è alle stelle considerando che sono state perse quasi tutte le partite e la Ferro, di cui conosciamo tutti il forte temperamento, è costretta a guardare dalla panchina.
Detto questo proseguendo nel comunicato la società specifica che, “se si fosse trattato davvero di un gesto violento, esponenti della dirigenza che si trovavano al momento del fatto in panchina e nelle immediate vicinanze, sarebbero intervenuti immediatamente a difesa del soggetto, chiunque esso fosse, ritenuto vittima di un’aggressione.Se fosse emerso inoltre da parte dell’atleta un dissenso importante in seguito all’episodio, al punto di doverne discutere nelle sedi opportune, la società avrebbe prontamente accolto tale richiesta e affrontato la questione. Ma ciò non si è verificato, né durante la partita né dopo.”
E questo in effetti è un quesito che ci siamo posti: come mai la Ferro non ha sentito l’esigenza di spiegare l’accaduto? Le sue parole, forse, sarebbero state più importanti di quelle delle società stessa, di cui ricordiamo, uno dei dirigenti più importanti è il padre della Ferro, che certamente avrebbe avuto da ridire se il Mister avesse utilizzato un atto di violenza in particolare nei confronti della figlia.
Quindi continua il comunicato “Se la società non ha dunque ritenuto di intervenire è perché, dopo aver attentamente valutato la natura dell’episodio, soprattutto alla luce delle dichiarazioni rese dalle parti in causa, ha ritenuto di considerare l’episodio stesso una reazione involontaria determinata dalla tensione agonistica. Sarebbe stato invece gradito, per correttezza ed etica giornalistica, da parte dell’emittente televisiva, una richiesta di dichiarazioni da tutte le parti interessate, per confermare o smentire la supposta gravità dell’episodio”.
“Più apprezzato ancora se almeno un dirigente fosse stato interpellato a testimoniare sull’accaduto, dal momento che la Società è ingiustamente accusata di aver assunto un atteggiamento omertoso. Nessun “colpevole silenzio” dunque da parte della Società nei confronti di una vicenda che è assolutamente lontana dall’essere paragonabile ad un atto di violenza.”
Su questo punto desideriamo dire che avevamo provato a contattare la Ferro ma non siamo riusciti a parlarle, cosa che, avremmo davvero voluto fare perché, come detto, crediamo che lei sia l’unica a poter chiarire come sono andate realmente le cose.
“Per concludere, continua il comunicato, è doveroso specificare che la PVT Modica, società costituita da una maggioranza di dirigenti di genere femminile, per la sua etica professionale e personale, derivante dall’integrità morale di tutti i suoi dirigenti e collaboratori che operano da oltre 3 decenni nell’ambito della pallavolo femminile, condanna ogni gesto di violenza in sé, senza distinzioni di genere”