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Il Calcio Scicli decimato dalle assenze insegue la RG, l’agguanta e sul finire “rischia” il colpaccio

RG Siracusa – Calcio Scicli 2 – 2

Siracusa – Un Calcio Scicli imbottito di under per via di infortuni e squalifiche “rischia” il colpaccio sul campo della RG Siracusa.

I cremisi di Totò Orlando, che oltre alle assenze con cui si sono presentati al centro sportivo “Riccardo Garrone” hanno perso parecchi titolari a gara in corso, non si sono mai arresi e facendo leva sui “sempreverdi” Gigi Implatini e Marco Adamo che hanno messo a disposizione della squadra la loro esperienza sono riusciti a recuperare due reti alla formazione siracusana rischiando nel finale di portare a casa i tre punti che avrebbero dato un volto diverso alla loro classifica.

I padroni di casa dopo aver contenuto a fatica la buona partenza sciclitana, passano in vantaggio al 26′ con un gol di Riela che trova impreparata la difesa ospite e ne approfitta prontamente per portare in vantaggio la sua squadra.

Si va al riposo con la RG in vantaggio.

Nel secondo tempo, il Calcio Scicli prova a reagire, ma al 10′ subisce la seconda rete sempre per merito di Riela.

Il gol avrebbe tagliato le gambe a qualsiasi squadra, ma non allo Scicli. Con una formazione imbottita da under Implatini e Marco Adamo provano a dare un po’ di incisività in attacco. Orlando getta nella mischia anche Vindigni e la mossa è azzeccata.

Il neo entrato, infatti, mette a segno una bella doppietta (la seconda rete su calcio di rigore) che ristabilisce la parità in campo.

Lo Scicli ci crede e attacca a pieno organico per cercare il successo. E proprio nei minuti di recupero Marco Adamo ha sui piedi la palla del sorpasso, ma il portiere con un intervento salva risultato gli ricaccia in gola l’urlo del gol.

“Non nascondo che eravamo venuti qui per vincere -spiega il presidente Peppe Arrabito – nonostante le tante assenze importanti. Poi gli infortuni in campo dei nostri difensori centrali e lo doppio svantaggio, il pareggio alla fine , ci fa vedere il bicchiere mezzo pieno, lasciando invariate le lunghezze dalle penultime”.

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Claudio Abbate