«Arrivati a questo punto si può certamente dire, senza timore di essere smentiti, che le entusiastiche previsioni economiche per il 2022, riguardanti anche la provincia di Ragusa, erano quantomeno imprudenti.
Tra inflazione, incertezza sull’evoluzione della pandemia e, in queste ultime settimane, le paure di un conflitto Russo-Ucraino, i dati riguardanti l’ultimo numero della congiuntura Confcommercio indicano che proseguono lentamente ma senza sosta le revisioni al ribasso degli indicatori economici».
E’ quanto afferma il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, dopo che, a febbraio, il Pil ha consolidato la tendenza al rallentamento emersa nei mesi precedenti, con una riduzione dell’1% su base mensile. «Nel confronto annuo – sottolinea Manenti facendo riferimento all’area iblea – la crescita si dovrebbe attestare al 3,8%, in forte calo, quindi, rispetto ai mesi precedenti. Anche il nostro ufficio studi lo dice.
I dati del primo bimestre rendono sempre più concreta la possibilità di un’ampia revisione al ribasso della crescita per il 2022, rispetto agli obiettivi che nei documenti ufficiali sono fissati al 4,7%».
Sul versante dei consumi, misurati con l’Icc , la stima per gennaio, seppure positiva nel confronto su base annua con un periodo di semilockdown, ha risentito degli effetti causati dal netto incremento dei contagi con una decisa riduzione della domanda soprattutto per i servizi. «Rispetto a gennaio 2021, l’Icc registra, comunque, per quanto riguarda la provincia di Ragusa – continua Manenti – una variazione del 7,9%, frutto di una crescita del 30,6% per i servizi e dell’1,9% per i beni.
Rispetto allo stesso mese del 2020 la domanda, nel complesso, è ancora inferiore del 12,1%. Per molti servizi la distanza percentuale è superiore alle due cifre, con tempi di recupero che appaiono più lunghi del previsto».