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Ragusa, donne vittime di violenza, anche da Modica una richiesta per il “Reddito di Libertà”

Convegno promosso all’Inps di Ragusa. 400 euro mensile alle vittime

C’è anche una richiesta da Modica tra le 191 presentate in Sicilia per accedere al “Reddito di Libertà” destinato alle donne vittime di violenza.

Il fondo, istituito dal DPCM del 17/12/2020, va però urgentemente rimpinguato. Le risorse non sono sufficienti ele cifre stanziate non bastano per coprire gli effetti di un fenomeno in continua crescita.

Sono,pertanto, 132 le domande in tutto ritenute accoglibili e supportate dal budget.

Le altre restano al momento in attesa di nuovi finanziamenti. Il ruolo strategico del “Reddito di Libertà” è stato esaminato in occasione del convegno promosso a scopo divulgativo dalla sede Inps di Ragusa che si è svolto il 7 marzo, alla vigilia della festa delle donne. L’evento ha visto confrontarsi sullo stesso tavolo diversi enti territoriali iblei con la partecipazione anche delle scuole superiori del territorio.

Il contributo economico di 400 euro mensili denominato, appunto, Reddito di Libertà è destinato alle donne vittime di violenza seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali.

La finalità è quella di contribuire a sostenerne l’autonomia e il percorso di reintegrazione socio-economica per un anno. “La condizione di vulnerabilità di molte donne – ha spiegato Maria Sandra Petrotta, Direttore Regionale Inps intervenuta al tavolo dei relatori – è peggiorata con il Covid, ma mi ritengo soddisfatta del lavoro svolto. Nella nostra Regione difficile e debole, siamo riusciti a tenere testa all’applicazione delle misure di previdenza e assistenza sociale introdotte dal legislatore e la sede Inps di Ragusa si è distinta tra le varie sede della Sicilia anche in smart working.”

A livello nazionale le domande accolte sono 625. Che i fondi non siano sufficienti non stupisce.

Le proporzioni della problematica sono enormi. La violenza contro le donne, infatti, interessa nel mondo una donna su tre.

E il fenomeno in aumento, rischia molto spesso di restare sommerso. Ciò che emerge, purtroppo, è soltanto la punta di un iceberg. Prigioniere del proprio carnefice e intrappolate dalla paura di restare sole, per tante donne liberarsi dal sopruso emotivo e tentare di uscire dalla sudditanza fisica ed economica, resta un desiderio represso dolorosamente nel silenzio per anni.

Oggi il reddito di Libertà può offrire una opportunità a tante, ma occorre fare anche molto perché si divulghi la cultura del riscatto anche attraverso la proficua cooperazione tra le forze del territorio. Ed è stato proprio l’apprezzato e diligente direttore della sede Inps di Ragusa, Vincenzo Floccari, ad apertura dei lavori,a porre l’accento sull’importanza strategica di trasversalità e cooperazione delle forze del governo per implementare le misure di contrasto alla violenza contro le donne e far crescere la coscienza di una comunità affinché si esca fuori da questo fenomeno.

A sostenere l’iniziativa diverse autorità presenti al tavolo di confronto.

Dal Prefetto di Ragusa, Giuseppe Ranieri, a Giuseppina Saraceno consigliera di Parità Consulenti del lavoro, dal Sindaco di Ragusa Peppe Cassi, al Commissario del Libero Consorzio Comunale, Salvatore Piazza, tutti hanno preso parola per evidenziare l’importanza di sensibilizzare e far conoscere la possibilità di riscatto sociale che può scaturire dal reddito di libertà.

In diretta streaming ha preso parte all’evento anche il Presidente Nazionale Inps, Pasquale Tridico, che ha ricordato il ruolo centrare dell’Inps nel cuore del welfare in Italia non solo per la digitalizzazione e l’innovazione.

Per contrastare disagi economico-sociali, l’Inps ha servito l’intera popolazione italiana con interventi ordinari e straordinari. “400 euro mensili per 12 mesi – ha precisato Tridico – è un sussidio che non garantisce la ricchezza, ma serve a slegare la dipendente dalla sudditanza, la pone in una situazione di maggiore forza.

E’ un provvedimento importante e certamente un fondo che dovrà essere rimpinguato. È importante – ha aggiunto –  che fin dalle scuole  si individuino le problematiche che posso essere l’anticamera di eventi e atti più importanti”. La conferma di un impegno quotidiano in questa direzione, è arrivata dal dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale di Ragusa, Viviana Assenza, intervenuta al dibattitoricordando che tutti i giorni la scuola è una compagna di strada con le istituzioni per le battaglie civili, impegnata in attività di educazione alla legalità contro la violenza di genere anche in collaborazione con la questura.

Particolarmente significativi gli interventi di chi è immerso ogni giorno nella cruda realtà di assistenza alle donne che hanno il coraggio di reagire alla violenza.

“Collaboriamo – ha detto il direttore della Caritas Domenico Leggio – con tutte le istruzioni. Conosciamo da vicino il fenomeno della violenza e in contatto con la casa accoglienza di Comiso viviamo ogni giorno la tragicità di donne che tornano indietro dai carnefici perché non vedono via di uscita. E’ importante rinnovare le sinergie tra amministrazioni. C’è bisogno di divulgare e incoraggiare le vittime a usufruire di questo fondo.”

Un’altra viva testimonianza è stata portata anche dalla responsabile del centro antiviolenza di Vittoria, Rossana Caudullo.

“Offriamo assistenza, forniamo pasti, abbigliamento. – ha spiegato – Il centro è molto più strutturato di uno sportello ascolto, è un luogo che accoglie e permette alle donne di stare al sicuro. Seguiamo la donna nel suo percorso, relazioniamo per il tribunale.”

Va ricordato che la condizione esclusiva per l’accesso al Reddito di libertà è essersi rivolti proprio ad un centro antiviolenza. Un vincolo che potrebbe rivelarsi un limite secondo Caterina Riccotti, Assessore al Comune di Scicli e operatrice impegnata in prima lineache è intervenuta per manifestarela necessità di un più solido ponte di collaborazione con i centri antiviolenza.  

“Anche gli sportelli ascolto- ha spiegato – oltre ai centri antiviolenza operano in maniera capillare sul territorio. Auspico per queste strutture maggiori poteri e una migliore coordinazione affinché la misura del Reddito di Libertà possa essere estesa ed elargita anche con certificazioni emesse dai centri ascolto”.

“Partiamo da questo confronto– ha concluso il direttore Inps di Ragusa, Vincenzo Floccari –per continuare a guardare con impegno proficuo verso nuove progettualità da attuare tra le forze del territorio per il miglior funzionamento del sistema, con iniziative finalizzate a far conoscere il fenomeno della violenza per meglio prevenirlo e contrastarlo.”

La tematica della violenza ha coinvolto anche 38 artisti del Centro aggregazione culturale che hanno voluto esporre le loro opere nei locali del piano terra della sede Inps di via Leonardo da Vinci. La mostra “Irragionevoli soprusi”,curata da Amedeo Fusco, rimarrà aperta fino al 30 marzo.

Cettina Divita

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Redazione