Modica, la protesta del Comitato degli allevatori e degli agricoltori. Manifestazione ordinata, pacifica e molto partecipata
In un discorso in piazza il grido di dolore delle categorie. Appello ai politici: “Pensate alle prossime generazioni piuttosto che alle prossime elezioni”
“Mai ci saremmo aspettati di vivere un periodo così cupo. Noi contadini, noi allevatori sono decenni che lamentiamo condizioni di vita produttiva difficili, ma mai come questa volta si può dire che al peggio non c’è fine. Ed allora siamo qui, a manifestare il nostro disagio, la nostra frustrazione, la nostra impotenza a poter modificare l’attuale stato di cose”.
“Per questo ci scusiamo, ma non è nostra intenzione creare disagi ad alcuno, specie chi è nella nostra stessa condizione. Il nostro obiettivo è sollecitare tutti a chiedere soluzioni efficaci, rapide e dignitose per permetterci di fare quello che sappiamo fare bene, produrre cibo! Non chiediamo sussidi, da troppo tempo lo Stato crede di comprare le nostre anime offrendo sussidi. Vogliamo la dignità di produrre, di vivere del nostro lavoro, di far vivere del nostro lavoro. Vogliamo produrre economia, vogliamo crescere, svilupparci, contribuire al cambiamento di questa terra che amiamo e di questa società in cui viviamo. I nostri problemi sono i problemi di tutti, e possiamo impiegare ore ad elencarli”.
“Non vogliamo particolarismi, non vogliamo elemosine. Potremmo parlare di caro energia, di caro carburanti, di caro materie prime, di produzione sotto costo, di umiliazione nel vedere il frutto del nostro lavoro umiliato e svilito da offerte economiche vili. Potremmo parlare del problema del reperimento dei mangimi e della paura di dover macellare tutte le nostre bestie. Ma a noi non interessa fare un elenco di problemi, a noi interessa che chi di dovere possa ricercare e trovare soluzioni rapide e durature, per ridarci la dignità di vivere come cittadini liberi. La dipendenza di sussidi ci renderebbe schiavi, e lo siamo stati per molti anni. Abbiamo ereditato questa condizione di sudditanza dai nostri genitori, abbiamo visto e sentito di provvedimenti assurdi, ma economicamente convenienti, come l’abbandono delle coltivazioni o la limitazione ed il contingentamento delle produzioni, per essere alla fine dipendenti da altri? E non parliamo solo di quantità, ma soprattutto di qualità. Vogliamo impegnare lo Stato, in tutte le sue forme di governo (locale, regionale, nazionale, comunitario) a prendere atto di una politica fallimentare perseguita per decenni, e di fare uno sforzo per cambiare. Lo deve a noi giovani, lo deve ai vecchi che hanno fatto grande questa Nazione, ma lo deve soprattutto al bene e al futuro di questa terra. Le soluzioni ci sono, basterebbe solo pensare alle prossime generazioni, piuttosto che alle prossime elezioni”.
Queste le parole che sono state lette in Piazza Matteotti da una rappresentante del Comitato spontaneo allevatori e agricoltori nel corso della manifestazione che questa mattina è stata organizzata a Modica per protestare in modo pacifico e sensibilizzare tutti sul più grave stato di crisi mai registrato. Il Comitato ha dato appuntamento nella zona artigianale a tutti i lavoratori di ogni attività connessa e non al settore dell’agricoltura ma anche a tutti i consumatori e il loro appello è stato ascoltato. Erano in tanti, infatti, i partecipanti al lungo corteo che ha attraversato il centro della città con i mezzi di lavoro, per lo più trattori, per svegliare le coscienze e chiedere a tutti di essere solidali.
Hanno scelto di farlo in questo modo, cioè in modo ordinato, pacifico ma determinato perché non volevano creare ulteriori disagi ai cittadini con i blocchi ma avevano bisogno di farlo per chiedere urgentemente ai rappresentanti della politica di mettere in campo ogni sorta di iniziativa per, come scrivono nell’invito, “poter uscire da questo stato di crisi che ci sta logorando psicologicamente ed economicamente.”
E la politica come risponderà? Come ha fatto fino adesso cioè con l’elemosina dei sussidi o rendendosi conto che questo Paese non può fare a meno degli agricoltori, degli allevatori e di quanti con il loro lavoro consentono a questa economia di andare avanti?
Crediamo che nel messaggio introduttivo il comitato abbia spiegato con chiarezza e in modo diretto le ragioni della protesta e che abbia scritto, in conclusione, una frase che deve fare riflettere tutti e che nella sua semplicità racchiude una profonda verità “Le soluzioni ci sono, basterebbe solo pensare alle prossime generazioni, piuttosto che alle prossime elezioni”. A buon intenditore poche parole…