L’assassino che ieri ha accoltellato ed ucciso una donna a Vittoria non avrebbe avuto un movente. Sembra assurdo ma, secondo quanto trapela dalle indagini, l’uomo, un ventottenne vittoriese, pare non conoscesse affatto la sua vittima e che abbia agito spinto da un raptus.
L’assassino di Brunilda Halla è stato fermato la notte appena trascorsa, ed ha ammesso le proprie responsabilità, inchiodato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza.
Il 28enne si trova rinchiuso nel carcere di Ragusa. Il suo sarebbe stato “un gesto estemporaneo ed immotivato”. In pratica, se dovesse essere confermato questo scenario, poteva succedere a chiunque.
Sul gravissimo fatto di sangue interviene stamattina l’associazione “Donne a Sud”: “Inorridiamo di fronte a tanta violenza e a tanta ferocia. Sin dal momento in cui abbiamo saputo dell’accaduto, ci siamo attivate e la nostra prima preoccupazione è stata quella di verificare che la vittima non fosse una delle nostre assistite. Successivamente, abbiamo seguito con grande apprensione l’evolversi della vicenda.
Dal comunicato stampa diramato questa mattina dall’Arma dei Carabinieri, apprendiamo che “vittima e omicida non si conoscevano, e pertanto il fatto non è da ricondursi a dinamiche tipiche del femminicidio”.
Resta il fatto che una donna è morta, una mamma, una moglie, e noi non possiamo e non vogliamo far finta di nulla e non vogliamo sentir parlare di “raptus”.
Al momento, quello che possiamo dire è che, come associazione e centro antiviolenza, parteciperemo ai funerali di Brunilda, ma ci stiamo già confrontando al nostro interno perché è nostra intenzione organizzare una iniziativa per lanciare un messaggio ben preciso: vogliamo giustizia, e vogliamo essere tutelate.
E vogliamo anche aiutare la famiglia di Brunilda, il marito e i due figlioletti. Faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità in tal senso. Non è possibile morire così, non lo si può accettare”.