Attualità

Ultimo giorno di scuola in una Sicilia assediata da alte temperature

Ultime ore di lezione in classi ormai semideserte. Aule invivibili per via del caldo che ormai da qualche settimana ha investito la Sicilia. 

Alcuni ragazzi si affannano per essere ancora interrogati, si sono risvegliati dal lungo letargo e temono di essere bocciati o di ritrovarsi il debito in materie da recuperare a fine agosto.

Sanno però che gli insegnanti non hanno la bacchetta magica e sanno fare miracoli . Come si fa a recuperare il programma di un intero quadrimestre (e talvolta di tutto l’anno!) in poche battute, negli ultimissimi giorni di scuola?

Eppure, noi docenti siamo comprensivi, capiamo che sono molto fragili e diamo l’opportunità di recuperare fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno di scuola. Siamo tutti reduci, professori e alunni, da due anni vissuti interamente nell’ansia e nella paura a causa della pandemia da Covid-19, virus non del tutto debellato.

Sono stati mesi orrendamente bui in cui noi professori ci siamo messi in gioco per re-inventare la didattica e coinvolgere il più possibile i nostri studenti. E la DaD, ora posso ammetterlo, ci ha letteralmente sfibrati. Quest’anno, a partire dal mese di aprile, con le nuove normative abbiamo cominciato a respirare un po’ di normalità: visite d’istruzione, partecipazione a eventi, mostre e spettacoli. 

Tuttavia, a scuola permane l’obbligo dell’uso della mascherina e, si sa, con il caldo la sofferenza nei nostri volti è più che visibile. Anche per gli esami di maturità, che avranno inizio il prossimo 22 giugno, dovremo obbligatoriamente usarle.

Un altro anno scolastico, quindi, si chiude e porta con sé esperienze, sorrisi e frammenti vita…

Adesso, io personalmente sono in attesa del suono dell’ultima campanella che segnala non solo la fine delle lezioni, ma soprattutto l’epilogo di un ennesimo faticoso indimenticabile Anno Scolastico. 

Il suono dell’ultima campanella è molto “speciale” perché, coperto dalle urla accorate di gioia degli studenti, mi fa pensare alla “libertà”. Non che il mio lavoro sia da associare alle attività all’interno di un carcere… Assolutamente no! Anzi, lo amo e lo esercito con immensa passione (nonostante gli infiniti “se” e i “ma”!!!), ma gustare quegli attimi di FINE SCUOLA in cui non si ha piú bisogno di puntare la sveglia e guardare con ansia l’orologio, per me, che ho la mia quotidianità programmata, è  proprio una piccola conquista. 

E ora, nonostante gli ultimi e rognosi adempimenti scolastici, attendo con ansia gli Esami di Maturità, un ennesimo importante capitolo della mia vita di insegnante che deve ancora essere scritto con amore e dedizione…nonostante tutto. 

Fra le protagoniste la mia V C MECCANICA dell’istituto tecnico in cui insegno, una classe straordinaria che ho seguito per cinque anni e con la quale durante il lock-down e la Dad ci siamo fatti “scuola” incarnandola, abbiamo fatto “resistenza” con la cultura e con l’arte in tutte le sue declinazioni, educandoci reciprocamente alla “bellezza” e tentando di sopravvivere a quel nuovo “medioevo”.

A loro auguro il meglio con una splendida poesia di DOUGLAS MALLOCH …

“Se non puoi essere un pino in cima alla collina,

sii un arbusto nella valle, ma sii

il miglior piccolo arbusto accanto al ruscello;

sii un cespuglio, se non puoi essere un albero.

E se non puoi essere un cespuglio, sii un filo d’erba e rendi più lieta la strada;

se non puoi essere un luccio , allora sii solo un pesce persico,

ma il persico più vivace del lago!

Non possiamo essere tutti capitani, dobbiamo essere anche equipaggio.

C’è qualcosa per tutti noi qui,

ci sono grandi compiti da svolgere e ce ne sono anche di più piccoli

e quello che devi svolgere tu è li, vicino a te.

Se non puoi essere un’autostrada, sii solo un sentiero,

se non puoi essere il sole, sii una stella.

Non è grazie alle dimensioni che vincerai o perderai!

Sii il meglio di qualunque cosa tu possa essere”.

Marinella Tumino

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Redazione