Il sindaco di Ragusa Peppe Cassi’, qualche ora fa, sulla sua pagina Facebook ha pubblicato un lungo post che non è altro che il testo della lettera aperta dei sindaci sulla crisi di governo in atto.
Nella “lettera” si mette in evidenza come i sindaci stanno assistendo con incredulità e preoccupazione alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza.
“Le nostre città, si legge nella lettera, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà”
La lettera poi continua con un appello a Mario Draghi affinché vada avanti e spieghi al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo.”
Nella lettera infatti si mette in evidenza come “Il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall’inizio.”
I sindaci poi si rivolgono anche a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo affinché pensino al bene comune e antepongano l’interesse del Paese ai propri problemi interni. “Queste forze, lèggiamo, nel reciproco rispetto, hanno il dovere di portare in fondo il lavoro iniziato in un momento cruciale per la vita delle famiglie e delle imprese italiane. Se non dovessero farlo si prenderebbero una responsabilità storica davanti all’Italia e all’Europa e davanti alle future generazioni.”
La lettera aperta si conclude con una richiesta di ascolto da parte dei sindaci:
“Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia”
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Per uno che ha "buttato a mare" l'eredità di Ragusa Ibla con divieti cervellotici, mi sarei sorpreso del contrario.
Mi auguro, almeno, che Draghi non prenda esempio da lui.