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Modica, al Chiostro di Santa Maria del Gesù, il “cuntu”di “Circe” con Odisseo (Orazio Alba) che disegna una maga curiosa e capace

Andare oltre il significato specifico dei protagonismi e concentrarsi sul senso che il racconto può generare, un senso universale, comune a tutti, in cui ciascuno possa rispecchiarsi.

È stato questo l’intento dello spettacolo “Circe”, racchiuso, come solo i “cunti” sanno fare, in una porzione di spazio del Chiostro di Santa Maria del Gesù a Modica Alta.

Un sabato sera caldo e silenziosissimo in cui la voce magistrale di Orazio Alba, della compagnia teatrale “La Rosa di Gerico”, non si è soltanto limitata a far immedesimare i presenti, bensì li ha condotti come fossero compagni di viaggio, alla scoperta del “palazzo dalle pareti lisce” della maga Circe.

Indossando le vesti di Odisseo, l’attore disegna il profilo di una donna curiosa, capace, che fa del suo canto l’espressione più alta della propria essenza.

Su uno spartito che rispetta la tradizione del “cunto”, Odisseo ha espressioni sicule, nostre, a voler sottolineare quell’appartenenza alle radici meridionali che legano la Sicilia alla Magna Grecia.

Un tamburo ed un flauto diventano il sipario d’apertura e di chiusura, a sancire l’inizio dell’immersione e la fine in cui lo spettatore ritorna alla sua sedia, con i piedi per terra, e non più sulla sabbia della spiaggia di Eea, su cui era approdato con Ulisse e i compagni.

Un’illusione che ha il sapore dolce delle storie tante volte lette, tante volte conosciute, eppure sempre nuove, sempre capaci di regalarci un dettaglio in più, specie se l’ascolto diventa così naturale… è impossibile non lasciarsi trasportare dall’abilità tecniche ed espressive di Alba, che, a spettacolo finito, sottolinea il senso di un progetto “nudo”, perché privo di orpelli, legato all’essenzialità del teatro quale voce e sguardi:

Mi piace tantissimo raccontare storie, – riflette l’attore Orazio Alba – prima di tutto perché mi arricchiscono e poi perché credo che sia la forma di teatro più ricca, perché permette allo spettatore di guardare senza alcuna scenografia, si fa il suo film mentale. Penso sia importante ritornare alle tradizioni, specie in un momento come questo in cui la fantasia è stata messa da parte”.

Un appuntamento, quest’ultimo, inserito nel ciclo dei “Teatri di Pietra”, nonché della stagione estiva “inCHIOSTRO”del Complesso Monumentale di Santa Maria del Gesù che proseguirà fino a Settembre con altri eventi teatrali e perforativi da attenzionare e adatti a tutti, dai più piccoli agli adulti. È possibile conoscere il programma e prenotare il proprio posto seguendone le pagine social.

Marianna Triberio

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Redazione