Modica

Modica: la storia a lieto fine di Michele. Mamma Anna: ”Grazie a tutti per esserci stati vicini”

Ci sono storie che vanno raccontante perché ad un certo punto diventano storie di tutti. Ed è quello che è successo a Michele e alla sua famiglia, in particolare alla sua mamma Anna, che si sono ritrovati, loro malgrado, al centro dell’attenzione di una città intera che ha vissuto il loro dolore e che oggi vuole condividere la loro gioia.

Perché Michele, a più di un mese da quel maledetto 30 giugno, quando è stato vittima di un bruttissimo incidente a Modica, a bordo di quel motorino tanto desiderato che aveva ricevuto da pochi giorni, oggi è qui con la sua mamma a raccontarci la sua storia. 

In realtà Michele parla pochissimo è timidissimo e soprattutto non ricorda quasi niente di quei momenti ne di quelli successivi quando ha lottato tra la vita e la morte all’Ospedale Garibaldi Centro.

La mamma Anna, invece, ricorda tutto ed è immancabile la commozione nel ripensare a quei giorni difficili. Ma anche lei è stata d’accordo nel voler raccontare questa storia soprattutto per poter ringraziare pubblicamente tutte le persone, che sono state vicine a Michele, a lei e a tutta la sua famiglia.“Siamo stati travolti dall’affetto di tantissime persone, alcune che conoscevamo appena ma tutti ci sono stati vicini, con un messaggio, una telefonata e soprattutto con le preghiere

Ed in effetti Michele può definirsi davvero miracolato perché le sue condizioni erano davvero gravi.
Quando siamo arrivati a Catania mi ha colpito una cosa che mi ha detto la dottoressa e che al momento non riuscivo a comprendere bene. Mi ha detto la parola più bella che si potrà sentire dire da noi è stabilità. Adesso magari non ne comprende il significato ma ne imparerà l’importanzaEd in effetti dopo quella parola è stata la speranza a cui ci siamo aggrappati fino al giorno in cui invece ci hanno detto che lo avevano svegliato

Prima di arrivare a quel momento però avete trascorso dei giorni davvero difficili. Ma diciamo che già da quando siete arrivati al Pronto Soccorso a Modica è come se ci fosse qualcuno che avesse deciso di prendervi sotto la sua ala protettiva perché avete trovato grande disponibilità nei medici. Quindi quello di Michele è anche una storia di buona sanità…

Non faccio nomi perché ho paura di dimenticare qualcuno ma devo dire che tutti i medici che abbiamo incontrato fino ad ora hanno preso a cuore Michele e la mia famiglia. E questo ci ha fatto sentire meno soli. Ogni mossa è stata fatta per il bene di Michele, da quando al Maggiore hanno insistito per trasportarlo immediatamente a Catania fino a quando siamo arrivati in Rianimazione.” 

Perché in realtà Michele è arrivato al Pronto Soccorso cosciente, voi lo avete visto, avete parlato con lui?

Si pensavamo che, al di là delle ferite al volto, non si fosse fatto niente di serio. Anche se ammetto che quando l’ho visto in Ospedale in quelle condizioni mi sono sentita male. Poi però quando hanno fatto la Tac è iniziato il vero e proprio incubo. Considera che ero uscita la mattina per andare a lavoro e non sono più tornata a casa. Siamo andati a Catania in macchina mentre lui veniva trasportato con l’elisoccorso e da quel momento la nostra vita è cambiata. Abbiamo deciso di rimanere lì vicino a lui, anche se tutti ci consigliavano di tornare a Modica, perché non si sapeva quanto tempo poteva passare. Potevano essere giorni, mesi. Anche in quel momento c’è stata una grande gara di solidarietà per aiutarci a trovare la casa. Perché io volevo rimanere anche se potevo vederlo solo 5 minuti e nemmeno tutti i giorni ma in cuor mio sapevo che si sarebbe svegliato, non potevo immaginare un altro finale.”

E così è stato quel 6 luglio quando mamma Anna ha ricevuto la notizia che il suo Michele si era svegliato. Una notizia che ha reso felici tutti anche quei medici che avevano lottato insieme a lui in quei giorni. Perché anche se in quel reparto sono abituati a vederne tante non si può non sentirsi coinvolti dalla storia di un ragazzino e dalla grande dignità e forza della sua mamma…

Qual’e’ stata la prima cosa che ha detto quando si è svegliato? 

Mi ha chiamato Mamma…e questa è già stata per me una grandissima emozione. Poi ha chiesto del suo fratellino, di suo padre. E mi fatto la fatidica domanda ‘Cos’è successo?’ Perché alternava momenti in cui non ricordava niente, ad altri invece in cui ricordava delle cose che avrei preferito non ricordasse. Ad esempio, mi ha raccontato che sentiva i dottori parlare e dire che non ce l’avrebbe fattaPoi man mano che passavano i giorni invece i brutti ricordi scomparivano anche se so che magari torneranno ma siamo pronti a sostenerlo quando questo succederà. Per adesso lui, proprio perché non ricorda niente, vorrebbe tornare a fare la vita di un ragazzino di 15 anni ma ovviamente ancora deve stare a riposo, dobbiamo andarci piano, ancora siamo sotto osservazione, dobbiamo fare altre visite, altri accertamenti, però l’importante è che adesso siamo tutti insieme.”

La mamma Anna ci tiene anche a precisare che alcune cose che sono state dette non sono vere.

Per esempio che Michele fosse senza casco, che facesse le impennate con il motore, o che correva. In realtà conoscendo Michele ci siamo resi conto che è un ragazzino timido, senza grilli per la testa, che per il momento si era accontentato del motore vecchiotto della mamma, pesante, difficile da sollevare, in attesa magari di poter trovare un motore più adatto, più nuovo.

Stava andando a trovare un amico che abitava a pochi metri. Avrebbe potuto anche andare a piedi ma si sa in quel momento era troppo contento del motore e del patentino appena ottenuto per non usarlo. Da qui però a dover necessariamente dire che correva o che faceva le acrobazie ne passano. Piuttosto ci si dovrebbe concentrare sulla pericolosità di quella strada ma questo è un altro discorso.Fatto sta che, in un attimo, la sua vita e quella della sua famiglia è cambiata e per fortuna oggi ne possono parlare, insieme, guardandosi negli occhi come solo una mamma e un figlio possono fare. E adesso appena sarà possibile ci sarà una grande festa perché nel frattempo Michele ha compiuto 15 anni e questo compleanno più di tutti gli altri merita di essere ricordato! 

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Published by
Mariacarmela Torchi