Il Piano Regolatore Generale è lo strumento urbanistico attraverso il quale i Comuni pianificano lo sviluppo urbanistico dando una visione della città che sarà nel futuro.
Il PRG di Ragusa risale al 2006, ma diverse aree del territorio sono rimaste regolamentate dal precedente Piano del 1974. Da Palazzo di città in questi giorni l’annuncio di un imminente piano per molti aspetti innovativo, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare l’ambiente, il paesaggio, il patrimonio culturale ed architettonico, nel rispetto tanto delle tipiche peculiarità quanto delle moderne esigenze del territorio.
Dopo l’approvazione in Giunta, giovedì scorso, il PRG sarà presentato alla città e quindi andrà in Consiglio, cui compete l’adozione. Ci sarà poi un termine entro il quale tutti i portatori di interesse potranno fare osservazioni prima della definitiva approvazione, ancora in Consiglio, e la successiva trasmissione alla Regione, cui spetta l’ultima parola.
In questo tempo, sarà quindi avviata una fase di confronto con la città: con la approvazione in Giunta e la pubblicazione del Piano, tutti i cittadini possono prendere visione degli elaborati e delle schede nelle quali sono incluse le aree cui sono interessati.
Il nuovo Prg è composto da decine di elaborati cartografici, ben 60 schede norma, 181 tavole di studio geologico e numerosi allegati specifici per il verde e l’ambiente.
Il sindaco Cassì intanto spiega i principi che hanno ispirato il nuovo Piano Regolatore, espressi nello Schema Strategico predisposto dal Dipartimento Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Catania, che ha significativamente collaborato alla sua stesura:
“Il Piano sceglie di porre in essere delle strategie volte al riequilibrio del territorio comunale con attenzione verso la rigenerazione del territorio urbano ed extraurbano, avendo come fine prioritario la qualità dell’insediamento, nonché il corretto dimensionamento delle attrezzature e dei servizi indispensabili al soddisfacimento della vita associata della comunità, secondo principi di equità distributiva di vantaggi e oneri derivanti dalle previsioni urbanistiche.
La rigenerazione urbana si attua per mezzo di progetti che intervengono in prevalenza sulla città esistente, puntando con decisione sul recupero delle parti degradate o sottoutilizzate del tessuto urbano, sulla dotazione di servizi e sulla costruzione e riorganizzazione dello spazio pubblico. In questa prospettiva, particolare attenzione è stata rivolta alla qualità dello spazio pubblico. Le attrezzature sanitarie di quartiere e il verde pubblico, per esempio, devono essere non solo correttamente distribuiti rispetto alle aree residenziali ma anche facilmente accessibili.
Per questo sarà necessario costruire una rete capace di connettere parchi, giardini, spazi verdi esistenti con altri spazi aperti pubblici/privati al fine di potenziare l’accessibilità e la fruibilità degli stessi e al contempo del verde, aumentando la capacità di fornire servizi ecosistemici.
Questi servizi, come purificare l’aria, sequestrare CO2 in atmosfera, ridurre le temperature locali e le isole di calore, intercettare e ridurre l’impatto degli eventi pluviali estremi, aumentare la permeabilità dei suoli per ridurre il ruscellamento delle acque piovane, contribuiscono significativamente a migliorare le condizioni di vivibilità e di sicurezza delle città soprattutto nella prospettiva della mitigazione di questi rischi naturali amplificati dai cambiamenti climatici.
Altro obiettivo è quello di aumentare l’efficienza del trasporto pubblico e minimizzare l’utilizzo del mezzo privato con conseguente riduzione di congestione veicolare.