La questione delle aperture dei centri commerciali nei giorni festivi, esiste da sempre è, a nostro dire, non è mai stata affrontata veramente con l’intenzione di risolverla. Adesso, se n’è tornato a parlare in occasione del Natale, perché il Centro Commerciale Le Masserie di Ragusa ha deciso di aprire giorno 26 dicembre.
Una scelta che ha suscitato le solite polemiche, soprattutto perché il centro commerciale in questione sarà l’unico a rimanere aperto visto che sia il “Centro Commerciale Ibleo” che quello di Modica “La fortezza” hanno deciso giustamente di chiudere. Sulla questione sono interventi i sindacati. In particolare la Filcams Cgil di Ragusa che ha chiesto un immediato incontro con la Direzione del Centro Commerciale per cercare di comprendere la situazione alla luce del fatto che, non solo i lavoratori ma anche molti commercianti erano contrari all’apertura.
Sulla questione è intervenuto anche il primo cittadino Peppe Cassi che ha scritto una lunga nota in cui, pur precisando di non avere poteri diretti sulla decisione delle attività commerciali private, ha fatto appello al buon senso dichiarando che “si può rinunciare per un giorno allo shopping e godersi le numerose attività previste in città questi giorni di festa”.
Fin qui niente di nuovo direte voi.
Ma oggi ci siamo accorti di una cosa che, a nostro avviso, è stata ulteriormente irrispettosa nei confronti dei lavoratori. Quasi una beffa. Il centro commerciale, a poche ore di distanza, ha pubblicato, sulla sua pagina ufficiale, due post che vi mostriamo in cui comunicavano prima che giorno 25 dicembre sarebbero stati chiusi (e ci mancherebbe aggiungiamo noi!) dopo che invece il 26 dicembre sarebbero stati aperti rispettando i soliti orari.
A questo punto è intervenuto il segretario generale della Filcams Cgil Ragusa Antonio Modica che ha messo in evidenza come si fosse ancora in attesa di una comunicazione ufficiale da parte della Direzione del Centro Commerciale che dopo un primo incontro aveva lasciato aperto uno spiraglio sulla possibilità, non tanto di non aprire ma di poter anticipare la chiusura per dare un segnale di apertura. Ma in questa storia, aggiungiamo noi, di apertura c’è solo quella prevista per il 26 e basta. “Questo, dichiara il segretario Modica, ci fa capire la considerazione che la Direzione e tutta la proprietà del Centro hanno nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nelle aziende al suo interno”
Da anni ricordiamo che la Filcams Cgil Nazionale mette in campo la campagna “LA FESTA NON SI VENDE”contro le aperture selvagge degli esercizi commerciali, anche la domenica e i festivi, al fine di arrivare ad un regolamentazione e programmazione degli orari commerciali anche territorialmente. “Siamo convinti, prosegue Antonio Modica, che consumare 365giorni l’anno h24 non serva alla società né tantomeno all’ambiente”
Il segretario generale della Filcams Cgil Ragusa spiega che “Nemmeno consumatori e negozianti dimostrano la necessità dell’apertura costante: molti consumatori, ritengono sufficienti 10/12 aperture straordinarie l’anno; i piccoli esercizi commerciali dei centri storici e delle aree di interesse artistico scelgono di aprire in limitati periodi dell’anno. Per quanto riguarda la grande distribuzione, i consumi, fortemente ridotti dalla crisi economica, si sono solo distribuiti diversamente nell’arco della settimana, ma non sono aumentati”
E’ dunque necessario, regolamentare le aperture domenicali e festivi. “Non è possibile che ancora nel 2022 si debba insistere su questi punti soprattutto dopo il periodo pandemico che ci ha fatto però comprendere quanto siano importanti i momenti in famiglia”
Su questo punto più volte è intervenuto anche Papa Francesco: “Forse è giunto il momento di domandarsi se quella di lavorare alla domenica e durante le festività è vera libertà. Il riposo che ristora e riequilibra la vita sociale a partire dalla priorità della persona, della sua fede, dei suoi affetti, è un diritto. Non dobbiamo cedere alla mentalità che antepone il consumo e il profitto ai rapporti e alla cura delle relazioni umane e di chi è più nel bisogno…”
La Filcams Cgil di Ragusa, alla luce di tutte queste considerazioni, ancora una volta, chiede alle istituzioni della provincia, alla deputazione regionale e nazionale, ai sindaci, alle parti sociali, alle associazioni di categoria, di “aprire un tavolo di confronto permanente e di concertazione sociale al fine di trovare una soluzione che possa soddisfare da una parte gli interessi economici delle aziende e dall’altra conciliare i tempi di vita e di lavoro delle tante lavoratrici e dei tanti lavoratori”.
Noi invece non siamo così concilianti perché siamo convinti che sia arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. In questi anni è stato dimostrato che i tavoli di concertazione non servono a niente. Che le promesse fatte non sono state mantenute, se è vero come sostiene la Filcams Cgil che, la Direzione del Centro commerciale le Masserie, aveva garantito, lo scorso anno, che le cose nel 2022 sarebbero andate diversamente, ovvero che non ci sarebbe stata l’apertura il 26 dicembre. Per tutte queste ragioni crediamo che si debba intraprendere un’azione forte, di protesta, che faccia si che una volta per tutte si guardi in faccia il problema e lo si affronti. Non è più tempo di confrontarsi, è tempo di essere uniti e protestare. E se il Centro commerciale vuole rimanere aperto lo faccia pure ma i negozianti non si facciano intimare dalla minaccia della multa, e lascino le saracinesche abbassate e i propri lavoratori a casa. Lo stesso appello vale per i consumatori occorre dimostrare che il 26 dicembre non ci sono acquisti da fare, che il 26 dicembre è festa per tutti e non c’è niente di così urgente che non possa essere rimandato al giorno successivo.