Non importa il risultato sul campo, ieri il Modica Calcio ha vinto e lo ha fatto sugli spalti, con i tifosi che hanno riempito il Vincenzo Barone per salutare colui che ha reso grande questa città, fuori e dentro il campo.
A tre anni dalla sua scomparsa, ieri, è stato ricordato Antonio Aurnia, ed insieme a lui, Zio Pietro, con una coreografia da brividi ed una città stretta attorno ai colori della sua Modica: il rosso ed il blu, e per un attimo tutto lo stadio si è tinto di questi colori sventolando le bandiere mentre la tifoseria veniva ricoperta da immagini di un passato indimenticabile che scorrevano, come in una pellicola cinematografica, sulle note di Nuovo Cinema Paradiso…
E la città, in particolare quella che ieri era presente al Vincenzo Barone, ha dimostrato di non volere e non potere dimenticare colui che ha cambiato il modo di vivere il calcio a Modica. E mentre risuonava nel campo e sugli spalti la sua voce, accompagnata da quella di Zio Pietro, l’emozione è diventata commozione quando le figlie, indossando la maglia del Modica Calcio, dopo aver ricevuto un mazzo di fiori dalla società, sono andate a depositarlo sotto la tribuna dei tifosi dove campeggiava la scritta: “Il tuo ricordo vivrà per l’eternità”.
Ed è proprio per questo che, come dicevamo all’inizio, il Modica Calcio ieri, pur avendo perso in campo ha comunque vinto, dando prova della sua grandezza, perché senza memoria non si può guardare al futuro. E a proposito di memoria, nessuno dei tifosi ha mai dimenticato Re Leone, al secolo Gianluca Impellizzeri, che proprie ieri è tornato per tifare rossoblu e che dopo aver salutato i tifosi, entrando in campo prima del fischio d’inizio, ha poi assistito all’incontro sugli spalti, accanto a Pino Rigoli, protagonisti insieme ad Antonio Aurnia di quel sogno.
Insomma, è stata una domenica ricca di forti emozioni ed è stato bello vedere i modicani tornare allo stadio, con le loro famiglie, con i loro bambini, ricordandoci a tutti il vero motivo per cui esiste lo sport, ovvero quello di sentirsi parte di una comunità, interpretando il calcio come momento di crescita sociale e valoriale. Questo è quello che avrebbe voluto Antonio Aurnia, questo è quello che aveva realizzato Antonio Aurnia e insieme a lui anche lo Zio Pietro, che oggi sarebbero stati orgogliosi di questo spettacolo, di sapere che si sta raccogliendo ciò che hanno seminato e questo grazie ad una società che ha ridato una speranza a Modica da un punto di vista calcistico e non solo, riuscendo a fare sentire tutti parte di un unico grande progetto che mette al centro i colori della città. Una sensazione che dovremmo portare anche fuori dallo stadio.