Solo un mucchio di cenere. Questo è quello che rimane della barca a vela dello sbarco al Pisciotto che era rimasta incagliata sugli scogli da quel famoso 13 agosto.
Il timore che prima o poi fosse andata distrutta si è trasformato in realtà anche se mai avremmo immaginato che avesse fatto una simile fine quanto piuttosto che fosse stata la furia del mare a portarsela via.
E invece si tratta chiaramente dell’opera di qualcuno che ha deciso di eliminare un fastidio o un problema questo non ci è dato sapere. Ancora oggi nell’aria si respirava un’odore acre di bruciato.
Sul posto sono intervenuti gli uomini della Guardia Costiera di Pozzallo che adesso stanno indagando sull’episodio. Anche perché pare che la barca fosse ancora sotto sequestro.
Ricordiamo che si trattava di una barca costosa, uno yacht di una nota società che li produce in Germania e che probabilmente era stato rubato dagli scafisti nel sud del mediterraneo ad un cittadino di nazionalità turca, benestante.
Detto questo, l’imbarcazione aveva una falla sottostante e per questo non era trainabile, per cui pare che l’unica soluzione per eliminarla fosse stata quella di demolirla in loco ma non certo di bruciarla.
Fatto sta che questo sbarco è stato insolito già dall’inizio proprio per il mezzo utilizzato dagli scafisti per effettuarlo e questa fine non fa altro che sottolineare come ci sia qualcosa di poco chiaro in tutta questa vicenda.
Foto esclusive de Il Domani Ibleo