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Immigrazione e scelte dell’Europa. Il dado è tratto: collaborazione dei paesi terzi e stretta sulle Ong

(di Michele Giardina) Immigrazione e traffici di vite umane. Fuori i secondi: sul ring della verità lo scontro finale tra fatti, falsità e mistificazioni.

I capi di governo di Danimarca, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Grecia, Malta e Austria, alla vigilia del Consiglio europeo, scrivono:

”A nostro avviso l’attuale sistema di asilo non funziona affatto e avvantaggia soprattutto i cinici trafficanti di esseri umani che approfittano della sfortuna di donne, uomini e bambini. Invitiamo pertanto la Commissione a presentare un approccio europeo completo per tutte le rotte migratorie; approccio che deve mirare ad affrontare i fattori di attrazione anche attraverso i necessari adeguamenti giuridici e tecnici”.

Chiaro il messaggio lanciato da questi otto Paesi prima del Consiglio europeo straordinario previsto per il 9 e 10 febbraio p.v., nel corso del quale si parlerà del pieno sostegno all’Ucraina, degli interventi a favore della competitività delle imprese e della gestione europea dei flussi migratori.

Fra i firmatari manca l’Italia. Come mai? Che succede? Non succede proprio nulla di strano. Evidentemente, per una questione di stile istituzionale, l’Italia ha preferito evitare di essere ripetitiva, atteso che, dal primo giorno di insediamento, il governo in carica ha messo subito l’accento sul problema del controllo e della salvaguardia dei confini di Italia, Grecia, Spagna, Cipro e Malta,  in quanto confini d’Europa.

Per non dire che, dopo gli incontri del 3 febbraio a Stoccolma e Berlino, Palazzo Chigi ha avuto continui scambi telefonici con il presidente francese Macron, con il primo ministro olandese, Rutte, con il cancelliere federale austriaco Nehammer e con il primo ministro greco, Mitsotakis.

Collaborazione da parte dei Paesi terzi sui rimpatri e possibile stretta sulle Ong.

Questi i temi caldi da discutere e avviare a soluzione senza infingimenti e ulteriore presa per i fondelli.

Il dado è tratto? Sembra proprio di si, considerato che la stessa Svezia, presidente di turno dell’Ue, che governa con l’appoggio dai democratici svedesi, preme fortemente per una soluzione immediata del problema migratorio.

Sulle organizzazioni non governative va fatta chiarezza fino in fondo. Fra le Ong c’è di tutto: organizzazioni serie e meritorie ed anche, non è certo una novità, (Qatargate docet) alcune congreghe di furbastri che, sbandierando amore e interesse sacro a difesa dei diritti umani, si tuffano a capofitto nel business dei migranti per marciarci, mangiarci e fare valide di soldi.  

E’ già accaduto, ricorderete, con le cooperative sociali incistate nel lucrosissimo giro dei centri di accoglienza: una gallina dalle uova d’oro che, secondo le accuse della Procura di Roma (confermate da confessioni, condanne e patteggiamenti), consentiva ai soliti noti di “trarre profitti illeciti immensi”.

Lo diceva alla sua segretaria, nei suoi Karaoke telefonici, il ras della coop rosso-nera 29 Giugno, Salvatore Buzzi. “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”.

Se questo avviene a valle dopo l’arrivo dei migranti sul suolo italiano, facile immaginare quello che succede a monte durante il trasporto dei disperati dalla costa libica alla nostra, come a suo tempo ipotizzato dal procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, ma anche dal procuratore di Trapani e di altre città italiane e dall’ex procuratore nazionale Antimafia ed Antiterrorismo Franco Roberti.

Michele Giardina

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Redazione