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Scicli: la mareggiata fa affiorare una palizzata al Pantano Samuele: manufatto archeologico?

L’eccezionale ondata di maltempo che ha investito la Sicilia sud-orientale nei giorni scorsi ha scombussolato il territorio lasciando una scia di danni. Anche la violenta mareggiata che ha interessato il litorale ibleo ha lasciato evidenti segni che scompariranno solo con il passare dei mesi.

Ma da questo eccezionale evento atmosferico potrebbe anche essere venuto fuori qualcosa di interessante che non può passare inosservato: la mareggiata che ha interessato il litorale sciclitano ha fatto emergere, all’altezza del pantano Samuele, un particolare manufatto.

Si tratta di una palizzata o paratia realizzata in legno, con tavole tagliate a mano, sostenute da grossi pali di legno. A causa del movimento della sabbia superficiale di circa un metro e mezzo è affiorato il culmine della palizzata, stando a significare che il fondo del canale di accesso al pantano sia stato di almeno due metri di profondità.

Già qualche decennio fa alcuni studiosi del territorio hanno parlato dell’esistenza di un porto-rifugio utilizzato in epoca greco-romana, proprio nella zona del Pantano Samuele dal quale partivano imbarcazioni cariche di olio, grano e formaggio dirette verso l’Isola di Malta.

Potrebbe quindi questa palizzata affiorata sul litorale, essere il lato di un canale di quel porticciolo, di epoca romana? Oppure risalire al 700-800? Oppure fare parte di opere di bonifica del secolo scorso? Sono quesiti ai quali potrebbero rispondere solamente gli organi preposti alla salvaguardia del patrimonio archeologico.

Ad averci avvisati di quanto affiorato sulla spiaggia di Baia Samuele e ad averci inviato le foto che abbiamo pubblicato, sono stati i residenti nella zona, tra questi anche Salvo Mugnieco, autore di un post su Facebook, che oltre ad essere un estimatore delle bellezze naturali del territorio e amante del mare è anche presidente del Collegio Provinciale dei Geometri.

L’obiettivo è quello di chiedere la giusta attenzione su quanto scoperto perchè si tratta in ogni caso di interessanti opere idrauliche che costituiscono il nostro patrimonio di archeologia industriale.

Speriamo che questo invito a saperne di più non resti inascoltato e che quello che potrebbe essere un patrimonio archeologico non venga nuovamente nascosto dalla sabbia sulla quale dalla prossima estate verranno piantati centinaia di ombrelloni con buona pace di tutti.

Published by
Cinzia Vernuccio