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Femminicidio Giarratana: l’assassino ha citofonato all’altra cognata per confessare il delitto

La Chiesa non è riuscita a contenere quanti ieri sera si sono stretti alla famiglia di Rosalba Dell’Albani vittima dell’ennesimo femminicio, consumato questa volta nella tranquilla cittadina degli Iblei.

Dopo una fiaccolata partita dalla casa della donna, luogo della tragedia, e snodatasi lungo corso XX Settembre, la serata si è conclusa con una veglia di preghiera dedicata alla donna uccisa dal cognato, Mario Barresi, all’alba del 4 marzo.

In testa al corteo il sindaco Lino Giaquinta ed il parroco don Francesco Mallemi che ha cercato di trovare le parole giuste per portare consolazione ad una famiglia distrutta dal dolore per quello che fino a questo momento resta un gesto inspiegabile.

“Una donna è stata uccisa senza un perché – ha dichiarato il sindaco Giaquinta – Da quanto emerge dalle indiscrezioni lo stesso Barresi avrebbe confessato agli inquirenti di aver agito senza un perché. Ha detto di essere depresso. Lo conosco come una persona buona: questo gesto è inspiegabile. Da ciò che lui ha detto, pensiamo si sia trattato di uno squilibrio mentale temporaneo, che tuttavia non gli ha tolto la lucidità e la capacità di agire. La nostra piccola comunità è provata da una tragedia immane”.

Sono in tanti, oggi, ad interrogarsi su un delitto al momento senza movente. Mario Barresi, dopo aver ucciso la cognata, ha suonato il campanello della sorella che vive al primo piano e ha confessato quanto aveva appena fatto. Poi è andato nella sua casa al secondo piano e ha atteso l’arrivo dei carabinieri. L’uomo era da poco in pensione ed era conosciuto, in città, come una persona mite.

Al magistrato che lo ha interrogato, Emanuele Ferdinando Vadalà, Mario Barresi ha detto di sentirsi depresso e ha esclamato: “Ho fatto una fesseria” poi, non ha fornito altra spiegazione del gesto e ha detto di non avere nessun motivo di astio verso la cognata.

Adesso bisognerà capire cosa lo abbia spinto alle 5 del mattino ad alzarsi dal letto, impugnare il coltello, scendere al piano di sotto, uccidere la cognata che dormiva a fianco dell’anziana madre, per poi risalire le scale, avvertire la congiunta della vittima e tornare a casa in attesa delle forze dell’ordine. L’uomo è assistito dall’avvocato d’ufficio Sergio Crisanti, di Ragusa.
Il corpo della donna si trova ancora nella camera mortuaria dell’ospedale Arezzo di Ragusa Ibla in attesa dell’esame autoptico.

L’uomo invece sarà interrogato domani al carcere di c.da Pendente a Ragusa in attesa della convalida del fermo.

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Redazione