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“Un poeta, quando parla, non parla invano”:  deceduto a Modica  Antonio Lonardo, autore di numerose opere poetiche

( di Domenico Pisana) – E’ deceduto oggi a Modica, all’età di 80 anni, il poeta Antonio Lonardo, modicano d’adozione. e per tanti anni docente di materie letterarie presso l’Istituto Archimede.

Lonardo  è nato a Taurasi 1943, ha frequentato gli studi classici e teologici, laureandosi in Pedagogia presso la Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Salerno e ha concluso la sua carriera scolastica presso l’Istituto “Archimede” di Modica.

Ha iniziato a scrivere poesie nel febbraio del 1977, in seguito ad un lutto. Ha frequentato per diversi anni il Caffè Letterario Quasimodo di Modica ed ha pubblicato numerose raccolte di poesie, tra le quali ricordiamo “Desiderio di Luce”(2005), “Le stagioni del cuore”(2008), “Le ansie della storia”(2014), “Oltre i meridiani” (2022).

La poesia di Lonardo si snoda come fenomenologia dell’esistenza, perché coglie l’uomo nella sua situazione esistenziale singolare e nella concretezza della vita vissuta; l’identità, le differenze, il destino, la morte, il futuro sono i lemmi di un discorso poetico che non smette – luzianamente parlando – di interrogare il piano divino dell’essere e la verità oggettiva.

I versi hanno un “piglio filosofico” radicato in una dimensione trascendente matura e ragionata, un circuito comunicazionale in cui, a volte, sembra prevalere un forte pessimismo (“la morte ha sostituito la vita!), altre volte l’orizzonte della rinascita vagheggiato nelle forme di quel giardino edenico coperto dalla coltre del mistero divino.

Lo stile e il ritmo delle liriche appaiono sempre delicati, soavi e soffusi di un pathos interiore da cui trasuda la quotidianità umana di Antonio Lonardo, il suo inquieto e continuo bisogno di interrogare la vita, il mistero del bene e del male, il senso cosmico dell’esistenza umana.

Quella di Lonardo è una poesia, a tratti, anche ermetica, dove la parola si arricchisce di immagini, metafore, simboli, accostamenti analogici giocati con destrezza intellettuale e padronanza linguistica; egli riesce a dare voce alle singole parole del  cuore  che maturano nei vari accadimenti umani, trasformandole in un linguaggio poetico intenzionale, cioè strutturalmente fatto e costruito per significare intenzioni, affetti familiari, idee, sentimenti, messaggi etici e sociali,  desideri reconditi e inespressi.

Fra i tanti premi ricevuti da Lonardo, spicca il I° premio assegnatogli alla XIII edizione Premio Letterario “Città di Bitetto” nel 2005 per la silloge “Pensieri vivi” con la seguente motivazione:

  “Un poeta, quando parla, non parla invano. La realtà dell’autore è trasfigurata in tempo-spazio ed è illuminata dalla luce della Poesia. L’affabulazione mnemonica, incernierata nei ricordi, nelle soste riposanti, di brevi momenti esaltanti, si riscontra nella solita, consueta routine quotidiana. La parola poetica ruota e si modella come vaso di creta plasmato dalle mani di esperto vasaio.

Vi è in questa raccolta poetica, l’analisi dell’uomo e del Poeta, vista in stretto rapporto con il suo tempo”.

Dopo aver dedicato alla cultura gran parte della sua vita, non possiamo  che salutarlo con le parole di Ovidio: Antonio, “abbiti come regalo il cielo”! 

Alla famiglia di Antonio Lonardo, alla moglie, le condoglianze più sentite del Direttore e della Redazione de “Il Domani Ibleo”

Domenico Pisana      

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