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Doccia gelata dal Tar: delibera per discarica a Lanzagallo legittima, ma Pozzallo ricorrerà al CGA

Secondo il Tar di Catania, la delibera presentata da Bartolo Giaquinta, che individua la macroarea di contrada Lanzagallo per realizzare una grande vasca di raccolta di rifiuti indifferenziati è legittima.

Stiamo parlando della delibera dell’assemblea della SRR di Ragusa risalente a due anni fa, contro la quale si sono uniti i sindaci di Pozzallo, Modica, Ispica e Acate oltre a varie associazioni.

Secondo i sindaci e le varie associazioni costituitesi in questi due anni la discarica sarebbe troppo vicina ai centri cittadini e nociva alle comunità oltre che di impatto deleterio per l’ambiente circostante.

Secondo il Tar però non ci sarebbe violazione dei limiti della distanza dal centro abitato, in quanto, vista la natura non pericolosa dei rifiuti, il limite non sarebbe di 3 chilometri, bensì di 500 metri dal Comune di Pozzallo.

Il Tar ha giudicato inammissibili i ricorsi presentati dai Comuni di Ispica e Acate e ammissibili quelli dei Comuni di Pozzallo e Modica, nonostante ci però, sono stati adesso respinti.

Sulla vicenda è intervenuto anche l’europarlamentare Ignazio Corrao che raccogliendo l’invito da parte dei residenti di contrada Lanzagallo aveva effettuato un sopralluogo e si era rivolto all’Unione Europea che aveva chiesto alle autorità giudiziarie italiane di non pregiudicare il sito.

Nonostante questa doccia gelata, il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna si dice fiducioso e ci ha dichiarato: ” Stiamo studiando dal punto di vista tecnico la sentenza pronunciata dal Tar e indubbiamente adesso ricorreremo al CGA, dal quale ci aspettiamo una decisione diversa, considerata la valenza ambientale dell’area interessata dal progetto di realizzazione della discarica.”

Più aperto il commento di Alessia Gambuzza, Legambiente, che da noi interpellata, ha dichiarato: “Le discariche oggi non hanno nulla a che vedere con le discariche di ieri, maleodoranti e pericolose a causa di miasmi e percolati, perché non ricevono organico e non ricevono tutti quei materiali che vengono già separati all’origine con la raccolta differenziata e poi al TMB (trattamento meccanico biologico).
È chiaro però che chiunque senta il nome “discarica” si allarmi e comunque rimane il problema dello stravolgimento dei luoghi dovuto al passaggio dei mezzi pesanti, spesso su strade strette di campagna.
Si tratta di questioni delicate da valutare da caso a caso. Di piccole discariche sui territori, con l’accezione moderna del termine, c’è bisogno, nessuno lo ha negato e lo nega”.

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Cinzia Vernuccio