Sarebbe stato riduttivo dare la notizia senza sentire coloro che sono la notizia stessa. Perché la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti l’ex sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia e tutti coloro che con lui avevano legami, è soprattutto una vicenda personale.
Stiamo parlando del noto processo ‘Exit poll‘ che ipotizzava connivenze tra mafia e politica nell’ambito delle elezioni Amministrative del 2016 conclusosi con la sentenza di assoluzione perché: “Il fatto non sussiste”. Non solo una notizia di cronaca giudiziaria né tanto meno di politica, ma una notizia che riguarda, prima di ogni cosa, la storia personale di uomini e donne che sono stati travolti dal fango, sono stati processati prima ancora che in un’aula di Tribunale, dalla gente, travolti da una gogna mediatica che ha totalmente stravolto le loro vite e quelle dei loro familiari.
Per questo motivo oggi Giuseppe Nicosia non riesce ad essere del tutto contento come ci confessa in questa dichiarazione: “Sono contento per la mia famiglia, per i miei figli, sono contento per mio fratello Fabio e per tutte le altre persone per bene, come Nadia Fiorellini, che sono state colpite solo per colpire me. Sono contento per gli avvocati che mi hanno difeso e lo hanno fatto con passione e amicizia, penso alla mia città che non meritava di essere marchiata da un’indagine fasulla che ha visto lo scioglimento del consiglio per mafia.
I delinquenti a Vittoria ci sono ma bisognerebbe cercarli altrove. Detto questo è difficile essere contenti da un punto di vista personale perché questa sentenza per quanto giusta e attesa non può restituirmi questi 7 anni di vita in cui la mia immagine ma soprattutto quelle di persone a me care, persone per bene, è stata colpita e oltraggiata da un enorme errore giudiziario. Quando si è vittime di un errore giudiziario così grave, che ha portato il tuo nome e la tua faccia su tutti i media nazionali, allora è difficile dimenticare o non essere arrabbiati ma soprattutto non tormentarsi con una domanda: perché tutto questo?”
Parole che lasciano emergere tanta comprensibile amarezza perché non è facile sentirsi dire “Il fatto non sussiste” e andare avanti come se niente fosse. Ed è per questo che chiediamo a Giuseppe Nicosia se questa storia finirà così.
“Vorrei tanto che quello che è accaduto a me, a noi, non accadesse più, ed io ringrazio voi per questa intervista perché solo una certa stampa attenta può restituirci la dignità. Detto questo, nonostante la mia professione, non posso certo fare tutto da solo per cambiare questo sistema. Ma mi piacerebbe creare un movimento di opinione che possa affrontare questa problematica di cui è vittima il nostro Paese, in cui prima ancora che nelle aule giudiziarie i processi vengono fatti dalla stampa, pubblicando intercettazioni che addirittura nel mio caso sono state definite illegittime.
C’è sicuramente un sistema malato che va risanato, io nel mio piccolo cercherò di fare qualcosa ma è necessario che chi ha il potere di farlo, metta mano al sistema giudiziario e faccia una riforma seria”
Intanto sui social sono numerose le reazioni e i messaggi di sostegno e di soddisfazione per la sentenza. Da Valentina Tagliarini che, a nome dell’intero gruppo di Italia Viva Vittoria, esprime piena soddisfazione per la sentenza che ha finalmente messo la parola fine ad un brutto capitolo della storia personale e politica di alcuni ex amministratori della città.
Il coordinatore cittadino Iv, Marco Dezio, prosegue sostenendo: “essendo stato amministratore insieme a Giuseppe Nicosia ed essendo stato sempre vicino all’idea politica di Fabio Nicosia non avevo alcun dubbio sulla loro assoluzione. Persone perbene che hanno dato lustro alla città di Vittoria, l’hanno portata sui gradini più alti della provincia di Ragusa e, forse, a qualcuno ha dato fastidio. Oggi è un giorno importante”.
La consigliera comunale di Italia Viva, Sara Siggia dichiara: “L’assoluzione con formula piena, ridà dignità a tutta la città che in questi 7 anni di processo non è stata assolutamente difesa dall’amministrazione comunale e da un sindaco che ha goduto e lucrato gli effetti, con la sua elezione che altrimenti non sarebbe mai avvenuta. Nella vicenda è chiaro che, per quanto riguarda la genesi di questa indagine del processo, ci sia stata un’aria torbida generata forse da esponenti politici che hanno praticamente confuso la Procura, creando un’atmosfera specifica a Vittoria, facendola apparire come una città di mafia, mafia legata alla politica e all’amministrazione. Oggi tutto questo è stato chiarito. Qualcuno dovrà sicuramente chiedere scusa, non solo ai due principali accusati, ma all’intera città di Vittoria”.
E l’attuale sindaco, Ciccio Aiello oggi sul suo profilo Facebook pubblica un post che si commenta da solo, dove da un lato afferma che le sentenze si rispettano e dall’altro rincara la dose.
Infine riportiamo il commento di Giovanni Lauretta che paragona la vicenda Vittoria a quella di Scicli. “Questa è una buona notizia ed è mia modestissima opinione che il riscatto civile ed etico-morale potrà partire proprio da questa sentenza. Perciò, mi aspetto che la società civile tutta, vilipesa e marchiata a fuoco come “mafiosa, collusa e omertosa” abbia un sussulto di orgoglio e punti, appunto, al riscatto. Anche i sordi dovranno sentire. Lo scioglimento è stato un atto violento e arrogante. Non scordate che il “sistema” che lo ha gestito era ben collaudato e ne ha subito la disgrazia Scicli e, in prima persona, l’allora Sindaco dott. Franco Susino, (poi svelatosi totalmente estraneo ai fatti) e stessa sorte hanno subito i comuni di Siculiana e Racalmuto: pura invenzione dei Media e PM con l’ausilio di pezzi di politica votata allo sciacallaggio. Gradirei, serenamente, che mi giungessero dei segnali tangibili. Per riprendere il discorso attenderò qualche giorno perché sono curioso di leggere come se ne occuperanno i media in carta e in rete. Spero solo che qualcuno, che ha già ricevuto una dedica non se ne occupi. In ultimo spero che a cascata possa venirne fuori anche Giovanni Moscato”
Insomma forse alla fine di questa storia qualcosa di buono ne verrà, ma ci vorrà tempo, è il tempo si sa è galantuomo.