Da quando è avvenuto l’incendio all’aeroporto di Catania abbiamo sentito tantissime storie di passeggeri costretti a sopportare disagi enormi.
Ma, leggendole e ascoltandole bene, queste storie, hanno tutte un denominatore comune: non è colpa dell’emergenza ma di una cattiva gestione del sistema di trasporto in Sicilia che fa acqua da tutte le parti. Alcuni problemi esistevano anche quando l’aeroporto di Catania funzionava a pieno regime.
E adesso vi spieghiamo perché riportando l’ennesima storia di una modicana che ha documentato in maniera dettagliata la sua odissea “Da giorno 21 luglio-racconta Claudia in un post sul suo profilo social- sto seguendo le peripezie di un gruppo di amici di mia figlia che si trovano a casa mia ospiti. Sono 9, e ciascuno con una storia diversa legata al volo che ha da prendere per il ritorno”.
In effetti anche arrivare non è stato semplice ma ce l’hanno fatta almeno fino a Catania, infatti, in quel caso il vero problema è stato raggiungere Ragusa ma alla fine nonostante siano stati costretti a prendere due pullman con il guasto di uno sono giunti a destinazione.
Ma come sottolinea la Signora, il vero problema sono stati i rientri. E questa è la tragedia che sta accomunando in questi i giorni migliaia di viaggiatori.
Non è infatti tollerabile che si venga a sapere all’ultimo minuto da quale aeroporto parta il proprio volo tenendo conto che una cosa è recarsi a Comiso, o a Catania, un’altra andare a Trapani o Palermo. Da Ragusa, infatti, non esistono pullman che arrivino direttamente ma è necessario andare a Catania e da li poi prendere l’ennesimo pullman per recarsi all’aeroporto di partenza dell’aeromobile , (Trapani o Palermo), tutto questo sperando nel frattempo che non ci siano ritardi e non si perda il volo.
Ma la cosa ancora più assurda è che con un volo previsto per le 9 da Catania la sera prima, come racconta Claudia, arrivi una mail da Ryanair, che comunica che il volo è stato spostato a Trapani. “Come si fa a comunicare via mail che il tuo volo parte da Trapani alle ore 19 quando si vive in un territorio in cui l’ultimo bus per l’aeroporto è alle 18?”.
E questo, come giustamente fa notare la signora non rientra nell’emergenza, questa è la normalità. Ovviamente nemmeno a pensare ad un mezzo alternativo tipo il treno. E allora ci si mette in macchina, quando possibile e si va a Catania. Fra l’altro in condizioni di pericolo visto che in questi giorni a causa delle alte temperature la Sicilia è in fiamme.
Ma non è finita qui. Da Catania a Trapani sono stati messi a disposizione tre pullman di cui uno confortevole e capiente a due piani, gli altri dei semplici autobus urbani poco capienti considerato la quantità enorme di gente che doveva salire.
Chi aveva un volo nelle prime ore del mattino da Trapani aveva precedenza e potevano prendere quello della mezzanotte, gli altri avrebbe dovuto aspettare quello delle tre di notte in piedi e in mezzo alla strada con un asfalto che ancora emanava fuoco sotto le scarpe.
La stessa odissea per un altro ragazzo che questa volta doveva partire l’indomani mattina per Ancora da Catania alle 12 e che temendo lo stesso trattamento da Raynair, era partito insieme a loro per Catania. “Quando all’una la mail non era ancora arrivata decide di tornare con noi a casa e di non passare la notte in aeroporto anche perché il terminal C è una tenda in plastica con ventilatori ed entra solo chi è in partenza gli altri restano fuori, senza sedie, senza niente“.
Ma l’indomani a Pozzallo alle 7.30 per prendere il bus per Catania si scopre che è stato soppresso e a questo punto l’alternativa è prendere un taxi privato e transfer che guarda caso trovi già sul posto visto che certamente anche questa abitudine di sopprimere le corse dei pullman all’improvviso non è certo una novità.
E allora la domanda iniziale ritorna: è davvero solo colpa dell’emergenza o questa ha solo messo in evidenza tutti i limiti di una Terra che nelle intenzioni è accogliente ma nei fatti non viene messa nelle condizioni di esserlo? Di chi sono le responsabilità appare evidente agli occhi di tutti e fa sorridere leggere alcuni post di politici locali e non che esprimono la propria rabbia e amarezza per questa situazione chiedono l’intervento immediato, di chi? Di loro stessi?
Nel frattempo c’è chi con gli aerei ci gioca e si diverte creando ulteriori disagi in una situazione in cui è davvero difficile essere orgogliosi del proprio Paese.