Si è tenuta a Palazzo Spadaro a Scicli, una conferenza nell’ambito del progetto TRESOR “Sistemi di fitodepurazione per il trattamento delle acque reflue e dei fanghi e loro riuso sostenibile in agricoltura” che ha presentato i primi risultati degli impianti pilota del progetto.
Il campo sperimentale è stato realizzato nei pressi dell’impianto di depurazione di contrada Piano Conte di proprietà del Comune di Scicli.
Il progetto TRESOR – Traitement des eaux usées et des boues résiduaires par filtres plantés et usage agricole durable, è co-finanziato dal programma europeo di cooperazione transfrontaliera ENI Italia-Tunisia 2014-2023 e vede impegnata una partnership che coinvolge sia attori istituzionali che scientifici.
Oltre al Comune di Scicli, il progetto in Sicilia è portato avanti dal Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente (UNICT-Di3A) della Facoltà di Agraria dell’Università di Catania, e dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea (ARAS).
Le relazioni hanno riguardato una carrellata sulle soluzioni sostenibili per il trattamento ed il riuso delle acque reflue nei piccoli e medi insediamenti, il ruolo della vegetazione nei sistemi di fitodepurazione e l’ultima relazione sulle potenzialità per il riuso delle acque reflue depurate nella provincia di Ragusa, a cura di Iblea Acque, ente che gestirà l’impianto di depurazione comunale da Ottobre 2023.
L’Università di Catania ha inoltre presentato il video promozionale del progetto che sarà disponibile a breve online sul sito del progetto TRESOR.
L’impianto di fitodepurazione di Scicli è costituito da tre unità filtranti disposte in serie. In particolare, ad una prima unità a flusso sub-superficiale orizzontale (HF1), segue un’unità filtrante a flusso sub-superficiale verticale (VF) ed infine un’altra unità a flusso sub-superficiale orizzontale (HF2).
Le acque reflue in uscita dall’impianto di fitodepurazione, in fase sperimentale, possono essere utilizzate per irrigare un campo sperimentale di colture ortive, oppure possono essere immesse nuovamente nel ciclo di trattamento convenzionale.
I risultati delle analisi dell’impianto di fitodepurazione che sono stati presentati a Scicli rilevano che le acque in uscita dall’impianto di fitodepurazione rispettano i limiti fissati dalle normative per lo scarico nei corpi idrici e per il riuso, con ottime performance in termini qualitativi e quantitativi.
L’impianto ha una superficie complessiva di circa 550 m2 e la vegetazione messa a dimora con una densità di circa 4 rizomi a mq è costituita dalla cannuccia di palude (phragmites australis). Questo impianto è il primo realizzato in Italia con tale tecnologia e il suo interesse applicativo è molto elevato in quanto il trattamento e lo smaltimento dei fanghi rappresenta un notevole costo nell’esercizio dell’impianto di depurazione.
Si prevede che l’impianto possa trattare fino a circa 300 mc di fango per anno con una vita utile dell’impianto di circa 8-10 anni. Al temine del ciclo di vita dell’impianto, quando le vasche saranno colme, il fango dopo idonea caratterizzazione qualitativa potrà essere impiegato in agricoltura come ammendante.
Questo può risultare in un notevole risparmio del costo del trattamento dei fanghi di depurazione, che alla data attuale hanno un costo fino a 250 Euro al giorno.