( di Salvo Blasco) – E’ appena nata la seconda manovra del governo Meloni .
Parliamo della Legge di Bilancio, lo strumento più importante dell’anno che inizia il suo cammino, dopo l’approvazione della Nadef ( avvenuta mercoledì 27 ) cioè della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza , presentata in Consiglio dei Ministri dal ministro dell’economia , Giancarlo Giorgetti.
La Nadef mostra l’ammontare dei fondi disponibili per affrontare la prossima legge di bilancio e da approvare entro il 31 dicembre 2023. I fondi previsti sono 30 miliardi circa.
I 30 miliardi dovrebbero arrivare da: 14 miliardi di euro da privatizzazioni, gioco lotto, e altre misure nonché 2 miliardi dallaspendingreview, e altri circa 15,7 miliardi a debito ( punto dolente ).
Non vi sono margini sufficienti per inseguire la crescita con manovre fiscali espansive ma, nelle condizioni date, si ottiene di più , anche in termini di crescita. Stabilizzando le aspettative dei mercati.
Il problema semmai è la Commissione Europea il cui confronto è preliminare a quello parlamentare per la redazione della Legge di bilancio.
Il tema è se si parte bene o si parte male.
Il nostro giudizio è , nel complesso, che non si parte male.
Il testo della Nota di aggiornamento è stato consegnato alle Camere, che subito dopo avvieranno le audizioni, ma ieri è stata diffusa la tabella del percorso programmatico del prossimo triennio.
L’approvazione della legge di Bilancio poggia sul cosiddetto “ciclo di bilancio”, il percorso legislativo attraverso cui ogni anno l’Italia programma il suo bilancio nazionale.
Puntualizziamo che rispetto al quadro tendenziale, cioè all’andamento che si avrebbe senza interventi, il deficit previsto per il prossimo anno passerebbe dal 3,6 al 4,3 ( che è oltre il 3% previsto dal Patto di stabilità) .
Pertanto solo nel 2026 ci sarebbe l’inversione di tendenza, cioè una manovra sull’economia. Il deficit verrebbe ridotto al 2,9, ovvero sotto il 3% del Pil, rispetto al 3,1 dove si sarebbe fermato.
Il rapporto debito Pil per il 2024 è previsto al 140,1%, il tasso di disoccupazione al 7,3 nel 2024 ( dal 7,6% previsto nel 2023 ).
Confermato il taglio del cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024, avviato la riforma fiscale con il sostegno alle famiglie e alla genitorialità. Il passaggio delle aliquote o scaglioni da quattro a tre, accorpando le prime due al 23% sino a 28 mila euro lordi.
Nonché prosecuzione dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego, con particolare riferimento a quello della sanità .
Le prossime settimane saranno importanti .
Infatti il Documento entro il 15 ottobre va inviato a Bruxelles, mentre entro il 20 ottobre la legge di Bilancio deve arrivare alle Camere.
Detto questo prima di dare un nostro giudizio riportiamo, qui di seguito cosa hanno detto i due principali protagonisti dopo l’approvazione del Nadef da parte del Consiglio dei ministri.
La premier Meloni, dichiara sui social quando segue:
“Stiamo lavorando per scrivere una manovra economica all’insegna della serietà e del buon senso. E che mantenga gli impegni che abbiamo preso con gli italiani: basta con gli sprechi del passato, tutte le risorse disponibili destinate a sostenere i redditi più bassi, tagliare le tasse e aiutare le famiglie
E veniamo a Giorgetti, Il Ministro ha spiegato che lo spazio aperto dal deficit 2024:
“ dovrebbe permetterci di confermare gli interventi indispensabili per i redditi medio bassi e in particolare il taglio del cuneo fiscale e contributivo, misure per la natalità oltre a stanziamenti significativi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego a cominciare dalla sanità”.
Come sopra evidenziato la Premier e il Ministro dell’economia sono in perfetta sintonia.
Alla fine di questa breve diagnosi esprimiamo il nostro parere, che è nel complesso positivo.
Infatti troviamo l’iter macroeconomico equilibrato e sostenibile nonché in sintonia con i fondi ( cioè con i soldi ) a disposizione.
Spendiamo una nostra opinione – apartitica – circa la voce delle opposizioni , ad eccezione di parte dei moderati di sinistra.
Trovo infatti disdicevole le loro lamentele sull’operato del governo preso solo per partito preso dimostrando una completa incapacità a collaborare per il bene del nostro Paese.
Insomma paragono questo loro comportamento ai canti e lamentii delle “ PREFICHE”.
Salvatore G. Blasco