La commissione Attività produttive dell’Assemblea regionale siciliana ha approvato il disegno di legge di riforma dei consorzi di bonifica del governo Schifani. Il testo, predisposto dall’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino, andrà adesso in commissione Bilancio per poi approdare in Aula.
Prevede la riduzione da 13 a 4 consorzi di grandi dimensioni. I nuovi organismi saranno individuati sul principio dell’omogeneità dei bacini idrografici, in una logica di miglioramento dei servizi agli agricoltori, ma soprattutto di ammodernamento dell’infrastrutturazione irrigua. La proposta legislativa interviene inoltre sulla governance, restituendo centralità al ruolo degli agricoltori dopo anni di assenza dalla gestione dei consorzi.
Per l’assessore Sammartino “È una riforma attesa da tutti gli agricoltori, frutto del lavoro certosino e competente degli uffici dell’assessorato, che abbiamo condiviso con i rappresentanti delle categorie produttive, delle associazioni, dei sindacati, in una logica inclusiva e di confronto indispensabile. Il testo di legge non ha un approccio ideologico, ma pragmatico: deve garantire regolarità ed efficienza del servizio, pertanto il punto di vista degli agricoltori – che finalmente torneranno nella governance dei consorzi – deve essere parte integrante della elaborazione della riforma”
Ma andiamo a vedere quali saranno gli accorpamenti.
L’assetto sarà basato su quattro organismi corrispondenti a bacini idrografici omogenei: Nord-orientale (province di Catania e Messina, parte delle province di Siracusa e di Enna), Nord-occidentale (province di Palermo e Trapani), Sud-occidentale (provincia di Agrigento, parte delle province di Palermo, Trapani, Caltanisetta ed Enna) e Sud-orientale (provincia di Ragusa, parte delle province di Siracusa e Caltanissetta).
L’assetto è stato definito seguendo i confini naturali e non quelli amministrativi, secondo un principio concordato in sede di intesa fra Stato e Regioni fin dal 2008. I quattro nuovi Consorzi avranno la forma di enti economici di diritto pubblico associativi, restituendo la gestione agli agricoltori.
Saranno infatti i consorziati a eleggere, per ogni Consorzio e con mandato quadriennale, tre componenti su quattro del consiglio d’amministrazione, inclusi i presidenti ed i vicepresidenti, mentre la Regione designerà un solo componente (con mandato a titolo gratuito) oltre ai revisori. La Regione assumerà le funzioni di vigilanza e coordinamento, continuando a garantire gli investimenti necessari per la realizzazione e l’efficientamento delle opere pubbliche di raccolta e distribuzione.
Elemento centrale della riforma è anche la revisione del sistema tariffario e di finanziamento. Gli attuali Consorzi saranno destinati alla liquidazione, senza nuovi oneri per la Regione, con le infrastrutture e gli strumenti che passeranno ai nuovi organismi. La legge di riforma prevede che il personale – sia stagionale che a tempo indeterminato – transiterà alle dipendenze dei quattro Consorzi di bonifica, con l’applicazione del contratto collettivo di categoria.
Ma questa riforma servirà a risolvere i problemi che gravano da tempo sui Consorzi e soprattutto sui lavoratori?
Lo abbiamo chiesto al segretario provinciale della Flai Cgil Salvatore Terranova. “Non credo che questa riforma-dichiara Terranova- possa davvero contribuire a migliorare la situazione soprattutto nella nostra provincia. Gli accorpamenti previsti, come già avvenuto in altre occasioni, non sono vantaggiosi soprattutto per il nostro territorio a differenza di Catania e Palermo che invece saranno ancora più forti”.
“Detto questo, prosegue Terranova, a mio modo di vedere rispetto ai numerosi problemi che abbiamo affrontato in questi anni dovuti al fatto che i consorzi di bonifica sono strutture gravate da debiti, mal funzionanti con la maggior parte dei lavoratori precari (su 1.800 più della metà sono precari) la riforma non porterà reali benefici in primis proprio ai lavoratori perché la prima reale riforma da fare avrebbe dovuto riguardare proprio loro con l’eliminazione del precariato e la riqualificazione del personale. Senza di questo i problemi resteranno tali e quali anche dopo la riforma”.
“ I consorzi di bonifica-spiega Terranova– hanno un ruolo importantissimo, se ben amministrati, soprattutto oggi, a seguito dei cambiamenti climatici ma se non si punta sul personale, se il personale non viene messo nelle condizioni di lavorare e allora ogni riforma è inutile, o meglio è utile solo a fini politici”
Una posizione chiara e forte quella del segretario della Flai Cgil Salvatore Terranova che merita di essere ascoltata perché forse il vero problema della politica oggi è quello di prendere le decisioni senza rendersi conto delle reali esigenze dei territori, delle reali esigenze dei lavoratori ma solo per questioni politiche che ovviamente non portano niente di buono soprattutto a chi queste decisioni le subisce.