Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato la storia di Ignazio Provvidenza che dopo quasi un anno non è potuto rientrare nella sua casa che si trova in uno stabile di edilizia popolare nel quartiere Sorda a Modica.
Ricordiamo infatti che Ignazio Provvidenza, abitava sopra l’appartamento che è stato completamente distrutto dall’incendio. La sua casa, in realtà, non ha subito grossi danni ma per precauzione era necessario effettuare delle verifiche prima di rientrare e successivamente effettuare anche degli importanti lavori di recupero dello stabile. Ed è proprio lì che è scattato l’inghippo.
Lo stabile interessato, come detto, si trova nei lotti compresi tra il 45 e il 50 dove moltissimi anni fa (2005) fu realizzato il Contratto di Quartiere che avrebbe dovuto riqualificare l’intera zona. Questo contratto impedirebbe, secondo quanto dichiarato dallo Iacp, di intervenire nella zona che di fatto è un cantiere aperto. Dal Comune non arriva nessun tipo di sollecitazione e tutto come sempre rimane immobile. Ma come stanno davvero le cose?
Il Partito Democratico di Modica, tramite il suo Vice Segretario Cittadino, Francesco Stornello interviene spiegando che “Quanto sostenuto dal Comune di Modica e dall’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP), secondo i quali il contratto di quartiere impedirebbe di realizzare le necessarie opere di manutenzione, è smentito dalla realtà dei fatti, poiché il contratto di quartiere è decaduto già nel 2015 e non è stato incluso nel Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune”
Una notizia scioccante, lasciatecelo pure dire, perché significa che, ad oggi, nessuno sapeva come stavano realmente le cose. Né lo IACP né tanto meno il Comune di Modica che invece di non rispondere alle sollecitazioni dell’Istituto Autonomo Case Popolari, avrebbe tranquillamente potuto dichiarare quanto oggi ha portato alla luce il Pd.
Ovvero, che il Contratto di Quartiere non era più un problema perché era semplicemente scaduto. Questo avrebbe permesso allo Iacp di intervenire senza problemi se davvero il problema del mancato intervento fosse stato davvero questo.
A questo punto ci chiediamo perché nessuno sapeva niente? È mai possibile che nessun di coloro che abbiamo contattato sapesse darci questa semplice spiegazione?
Ma non è tutto, il Pd mette in evidenza che “Ciò ha anche comportato la perdita di fondi regionali che erano stati destinati a un piano di recupero di vitale importanza per il quartiere e che avrebbero dovuto migliorare la qualità di vita dei residenti della Contrada Treppiedi”
Quando si parla di perdita di fondi, si parla di una somma pari a circa sei milioni di euro, infatti, per il progetto complessivo, erano stati stanziati dieci milioni di euro, di questi all’incirca 4 milioni erano già stati spesi e il resto è, a questo punto possiamo dirlo, andato perduto. Tutto questo perché fino al 2015 nessuno ha mai pensato di mettere mano al Contratto di Quartiere per portarlo a compimento.
Anche in questo caso sarebbe interessate capire come mai. In altre occasioni si sarebbe già parlato di una Commissione d’inchiesta per accertare la verità e capire perchè non sono stati utilizzati i fondi messi a disposizione. Eppure molti consiglieri comunali si sono fatte le campagne elettorali con gli inquilini di contrada Treppiedi. E ora fannu tutti gli gnorri.
“Il Partito Democratico di Modica – si legge nella nota di Stornello – condanna con fermezza questa situazione e si schiera dalla parte dei cittadini e delle famiglie che hanno troppo a lungo sopportato condizioni inaccettabili nelle proprie abitazioni. Riteniamo che l’Amministrazione e l’IACP debbano agire con urgenza e competenza per garantire la manutenzione e il recupero delle case popolari di Contrada Treppiedi, perché il diritto dei cittadini a vivere in condizioni dignitose e sicure è prioritario, sempre”
Speriamo che si possa al più presto fare piena luce sulla vicenda e che, a questo punto, si possa procedere finalmente con i lavori necessari e fondamentali per garantire ai residenti condizioni di vita dignitose e sicure.
Ma con quali soldi, sicuramente con quelli dell’Iacp.