Concluso il ponte di Ognissanti e dei morti, i negozi iniziano a prepararsi per la magia del Natale. Già da qualche giorno diverse testate nazionali e locali hanno però posto l’accento sul caro voli in vista delle vacanze natalizie.
Tornare in Sicilia, per i migliaia di studenti e lavoratori fuori sede, a Natale sembra qualcosa di impossibile. In questi giorni, in molti, stanno cercando di definire i biglietti e le giornate di vacanza per il periodo natalizio, ma più che pensare un momento di spensieratezza è solo l’inizio di un incubo.
Studenti, lavoratori e famiglie sono di fronte a una stangata in cui l’acquisto di un biglietto andata e ritorno è solo roba per ricchi.
Infatti tornare in Sicilia nei giorni tra il 20-23 dicembre è qualcosa di assurdo per quanto concerne i prezzi, senza poi considerare l’eventuale viaggio di ritorno tra il 5-7 gennaio. Il quadro è ancora un po’ annebbiato, ma le simulazioni parlano chiaramente.
Basta fare un giro sui siti web delle compagnie aree principali che collegano gli scali delle grandi città italiane con Palermo e Catania che tutto sembra amaro. A questo non solo le compagnie aree, ma anche i treni fino a Villa San Giovanni e le navi veloci da Palermo e Catania verso i grandi porti del Nord Italia.
Facciamo un passo indietro focalizziamo l’attenzione sulle compagnie aree. La prima e unica domanda è ma la famosa continuità territoriale tanto caldeggiata dal Presidente della Regione Renato Schifani che fine ha fatto?
Andando con ordine il 15 febbraio 2023 Schifani in merito al Caro-voli che attanagliava i siciliani si esprimeva con toni trionfalistici “Oggi bella giornata per i siciliani”. Nella nota della regione, che è possibile leggere qui, emerge come il Presidente Schifani fin dall’inizio del suo mandato ha posto il tema “caro-voli” nell’agenda politica del suo governo, in quell’occasione Schifani evidenziava “è una bella giornata per tutti i siciliani perché interrompiamo il duopolio che porta, in alcuni periodi dell’anno, all’aumento spropositato dei costi dei voli tra la Sicilia e i principali aeroporti italiani. Abbiamo lavorato in silenzio nell’esclusivo interesse dei nostri concittadini e oggi c’è una parziale, ma significativa soluzione”.
Sembra però che qualcosa sia andato storto perché si avvicinano le vacanze natalizie e sembra di essere punto e a capo. Arrivare dal Nord in Sicilia, per trascorrere qualche giorno in famiglia, sta diventando un incubo, che ogni anno si presenta puntualmente, ma che negli ultimi tempi sembra fuori controllo.
Per brevità e per semplicità, solo per dimostrare ai nostri lettori cosa propongono le compagnie aeree, focalizziamo l’attenzione sullo scalo di Catania, il più trafficato del Sud Italia, anche se sarebbe da spendere qualche parola sugli scali di Palermo o su quelli minori come Trapani e Comiso.
Ad oggi lo scalo di Catania è uno dei più collegati con le maggiori città Italiane e del mondo. Lo scalo etneo in particolare è collegato con gli importanti aeroporti di Milano Malpensa, Milano Linate, Bergamo, Pisa, Roma Fiumicino, Torino e Bologna. Aeroporti molto gettonati da studenti e lavoratori, uno perché normalmente offrono maggiori offerte due perché facilmente raggiungibili.
Su queste tratte, molto frequentate, operano principalmente ITA – Airways, Ryanair, Aeroitalia e WizzAir. Volendo avere il quadro più chiaro si è scelto di optare per la simulazione dal 22 dicembre al 7 gennaio, un volo andata e ritorno per una persona con a seguito un bagaglio a mano e uno zaino.
Qui di seguito cercheremo di offrire i risultati delle nostre simulazioni. La compagnia che copre tutte le tratte in modo diretto è Ryanair che ha come tratta elevata Bologna-Catania a ben 581 euro, segue Bergamo-Catania a 556 euro, terzo posto Torino-Catania a 550 euro, Milano Malpensa-Catania a 510 euro, meno cari Pisa-Catania 414 euro e Roma-Catania a 376 euro.
La compagnia di bandiera Ita-Airways propone prezzi alle stelle: un diretto Milano Linate-Catania a 639 euro, un Roma-Catania a 411 euro, oppure se si vuole partire da Torino con scalo a Roma si giunge a Fontanarossa a 676 euro, mentre da Bologna con scalo sempre a Roma si arriva in Sicilia a 566 euro. Tutto pagabile anche in tre comode rate, così come si evince in basso durante la prenotazione.
Il vettore Aeroitalia, atterrato da meno di un anno in Sicilia con tante buone promesse e speranze per i siciliani, sembra perfettamente allineato al mercato propone il Bergamo-Catania a 515 euro e il Roma-Catania a 355 euro, su Comiso invece propone due rotte frequentate da studenti iblei il Pisa-Comiso a 455 euro e il Bologna – Comiso a 375 euro.
Per chi vorrebbe viaggiare con WizzAir da Linate a Catania 461 euro, da Bologna a Fontanarossa 449 euro oppure può spendere da Torino a Catania 600 euro, forse conviene dotarsi di passaporto e fare scalo a Tirana!
Sicuramente se non si vogliono spendere cifre da capogiro c’è chi preferisce fare una tappa all’estero di 24h e poi tornare in Sicilia. Forse un viaggio della speranza perché è più economico fare uno scalo a Tel Aviv, in pieno conflitto, e poi rientrare a Catania passando per Sofia o altri paesi dell’Est Europa. Circa un giorno di viaggio, giri il mondo e vai a comprare i regali di Natale in altri Paesi.
Attenzione chi ha intenzione di tornare con il treno anche lì le cifre mettono paura. Certo si ha l’opportunità di ammirare le bellezze italiane da Nord a Sud arrivando con la Freccia o Italo a Villa San Giovanni (RC). Poi si potrà sperimentare il traghetto per Messina e da lì essere recuperato da amici e parenti, dopo circa 10/12 ore di viaggio.
Italo propone Torino-Villa San Giovanni a 350 euro.
Viaggiare in treno da Milano verso Villa con Trenitalia può oscillare tra 400 e 490 euro. Con Italo si spende un po’ di meno intorno alle 320 euro.
Il calcolo potrebbe continuare: per finire diamo uno sguardo alla tratta Genova-Palermo in nave con l’imbarco di una macchina al seguito. Prezzi alle stelle anche lì: si passa dal minimo di 158 euro per una notte in poltrona e al ritorno 136 euro sempre in poltrona.
Il caro biglietti non riguarda solamente gli aerei ma anche treni e nave. Le tariffe raggiungono cifre esorbitanti, certamente seguono le regole del mercato ma la politica deve iniziare a reagire e trovare una soluzione per la gente perché non si possono pagare queste cifre per tornare a casa e godersi le festività in famiglia.
Pierpaolo Galota