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Andrea Tidona rilegge l’opera Mastro don Gesualdo mettendolo in scena per Casamatta

Uno e centomila, questa la sintesi della performance di Andrea Tidona durante l’interpretazione del Mastro Don Gesualdo.

L’attore è stato allo stesso tempo un narratore, presente e visibile sul palco, ma anche il protagonista della storia, per poi essere pure i personaggi secondari che ruotano attorno al protagonista. 

Un cambio di ruoli che trasforma la voce, il timbro e i suoi toni. Al mix va aggiunto anche una musica, necessaria a scandire i momenti importanti, ad accompagnare il racconto e a simulare i suoni esterni. 

Tutto questo lo scorso weekend è andato in scena sul palco di Casamatta: Gesualdo, il Mastro poi Don, con la sua ingordigia di beni, che non andava mai a letto senza guardare il cielo per indovinare come si mettesse; per il quale non c’erano feste, domeniche, mai una risata allegra; la roba Gesualdo se l’era fatta da sé ma non sempre si può fare quello che si desidera. E ora con questo “sacco” di roba da tramandare e di cui non sapeva che farsene, si accingeva a sposare una donna per esaudire il desiderio palpabile di entrare a far parte della nobiltà. Anche qualora non ricambiato. Pure se la dote è il figlio di un altro. E, quindi, compare lei Bianca, pallida fra il rossore di un fuoco che la tiene prigioniera e da cui sarà salvata per essere rinchiusa fra le pareti dorate di un’esistenza che non ha scelto di appartenerle. C’era fedele Diodata, che tremava al pensiero di restare sola, di non servire più a uno scopo. 

Non mancava nessuno,  i protagonisti di un “Mastro don Gesualdo” a cui Andrea Tidona ha dato espressione e voce erano tutti lì.

Tidona instancabile su un palco che pareva animato nonostante lui restasse fermo, dove si sono sentiti una marea di suoni da uno stordimento di campane, pioggia e altri scricchiolii di sottofondo riprodotti in scena da Roberto Fuzio che si destreggiava tra l’esecuzione di una composizione ed un’altra, accompagnandosi con la chitarra, usando anche le mani, un sacchetto o delle bacchette per ricreare un’atmosfera che inghiottiva la finzione per farne pura realtà.

Una tre giorni che ha visto una partecipazione numerosa, chi per la curiosità di assistere alla rivisitazione di un grande classico, chi per lo stupore di vedere dal vivo un grande attore e famoso volto tv, capace di realizzare una straordinaria sintesi d’effetto teatrale che ha racchiuso tutti fra le mura protette di una ‘casamatta’ – proprio come il padrone di casa Massimo Leggio ha pensato il suo spazio – di una realtà parallela in cui trovare sequenze di verità fra una moltitudine di eventi fittizi.

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Pierpaolo Galota