L’Osservatorio sul turismo fa una fotografia della situazione ragusana facendo un’analisi dell’attuale situazione sulla base dei dati a disposizione, dopo il dibattito che ha animato queste festività natalizie.
Si parte da un dato fondamentale: fonte Turistat, a Ragusa risultano 878 strutture per un totale di 13.993 posti letto, oltre un terzo della capienza complessiva della intera provincia.
La capacità ricettiva di Ragusa supera anche Comuni prettamente turistici come Noto (10.275), Cefalù (12.782), Agrigento (7634). Solo Siracusa (20.857), guardando ai comuni vicini, ha una disponibilità maggiore.
Ciò, secondo il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, da una parte conferma il fermento e la vivacità turistica che anima Ragusa, dall’altra aumenta la concorrenza interna e rende oggettivamente più difficile mantenere un’alta percentuale di occupazione dei posti letto: la saturazione si raggiunge in genere solo nella stagione estiva o in occasione di eventi particolari.
Il 13% di questi posti letto è a Marina, il 3% a Ibla e il resto sparso su tutto il territorio, dal Centro alle strutture periferiche alle campagne.
Ibla resta comunque la zona con il maggior numero di “tracce digitali” (ricerche sul web, recensioni, post social, commenti…) mentre Marina è la zona con il “sentiment”, ovvero la reputazione, migliore, anche se il dato risulta essere positivo ovunque.
I turisti venuti a Ragusa nell’anno appena conclusosi sono: il 51% italiani, 8% francesi, 5% spagnoli, 4% inglesi, 4% tedeschi e il resto suddiviso tra tante altre nazionalità con una percentuale dal 3% in giù.
A visitare Ragusa sono per il 56% coppie, 26% famiglie, 12% gruppi, 5% singoli e anche qui la parte restante frazionata tra altre tipologie.
L’insieme di questi flussi ha fatto sì che questa stagione risulti in linea, quanto a presenze, con la precedente e con i livelli pre-pandemia, malgrado la chiusura del Club Med.
Il futuro? “C’è da lavorare e c’è da farlo insieme, pubblico e privato, utilizzando proprio questi dati per capire cosa attrae i flussi e quali politiche, di prezzo, di marketing, di eventi, attuano i territori concorrenti.
Una cosa deve essere ben chiara: si vince solo facendo sistema tra quartieri, tra città, tra imprenditori. Specialmente agli occhi del turista il territorio è uno solo e non possono esserci campanilismi tra comuni vicini o addirittura, guardando a noi, tra Ibla, Centro e Marina” dichiara Cassì.
Ma intanto, le critiche continuano a piovere e, ultima in ordine di tempo, è quella del consigliere comunale dei Cinque Stelle, Sergio Firrincieli che dichiara:
“Sto assistendo con molto interesse al dibattito che, in questi giorni, si è sviluppato sulle presenze turistiche a Ibla. Al di là dei numeri e della percezione con cui bisogna comunque fare i conti, mi permetto di affermare che una delle grandi questioni irrisolte dell’antica città, ha a che vedere con la mancanza di adeguati parcheggi.
Firrincieli punta il dito sul parcheggio multipiano di Discesa Peschiera. “Di cui si parla, ormai, purtroppo – aggiunge – da quasi un decennio senza che sia stato cavato un ragno dal buco. Purtroppo, a quanto sembra, la strada del progetto di finanza si è rivelata la meno adatta. Per cui, sarebbe necessario imboccare un’altra direzione.
Avevamo anche presentato, come consiglieri, in maniera trasversale, maggioranza e opposizione un atto di indirizzo per proporre all’Amministrazione comunale di avviare l’iter di inserimento della realizzazione del parcheggio in via Discesa Peschiera a Ibla a valere sul fondo della prossima “Nuova agenda urbana”. E’ possibile percorrere un altro itinerario? Dobbiamo chiedercelo con forza per trovare una strada il più possibile sostenibile nell’interesse della comunità ragusana”.