Oggi diamo i numeri ed in particolare partiamo dandovene uno: 203,07. Che cosa sarà mai questo numero?
Si chiama “indicatore di tempestività dei pagamenti” ovvero è la somma, per ciascuna fattura emessa a titolo di corrispettivo di una transazione commerciale, dei giorni effettivi intercorrenti tra la data di scadenza della fattura e la data di pagamento ai fornitori. Insomma, in parole povere sono i giorni che trascorrono da quando il Comune di Modica, a cui si riferisce il dato, impiega per pagare i fornitori.
Un dato che varia di anno in anno, questo in particolare si riferisce al 2023 mentre l’anno precedente cambiava poco si parla di 180gg.
Ovviamente, capite che si tratta di un lasso di tempo piuttosto lungo rispetto ai 30 giorni previsti per legge. Anche perché nel frattempo le ditte devono pagare i dipendenti, il materiale e molto spesso sono costretti ad anticipare queste somme pur avendo grosse difficoltà ed alimentando così un sistema in cui tutti sono creditori e debitori allo stesso tempo.
C’è anche da dire che spesso, le ditte pur di prendere un lavoro pubblico, accettano questo pagamento ‘in ritardo’ con la giustificazione che “Tanto anche se arrivano in ritardo i soldi del Comune sono sicuri!”
Un’usanza permetteteci di definire ‘borbonica’ soprattutto nel 2024 dettata da una visione della politica e della società ormai davvero trapassata.
Ma cosa indica nei fatti questo dato? Vedete, molto spesso, quando si parla di bilancio del comune, di residui, di debiti sembra che si tratti di argomenti poco interessanti che non hanno a che fare con la vita dei cittadini ma in realtà, questo dato, dimostra che non è così.
Perché se un Comune impiega più di 200 giorni per pagare le ditte che forniscono servizi questo è un indicatore negativo che dimostra che ha una difficoltà di liquidità e questo ovviamente si ripercuote sulla vita stessa della città.
Non avere liquidità significa dover chiedere soldi in prestito alle banche, soldi che però poi a fine anno si è obbligati a restituire ma questo il Comune di Modica non è in grado di farlo e pensate che solo nel 2021 l’anticipazione di cassa non restituita al 31 dicembre è di oltre 18 milioni di euro.
Ma il problema è capire che questi non solo numeri sono soldi che il Comune non ha e che quindi non può spendere per i servizi essenziali per i cittadini. È triste, lo sappiamo, parlare di risanamento finanziario, di bilanci scaduti, di Revisori dei Conti, sarebbe più bello concentrarsi sulle feste, le manifestazioni, gli eventi ma come accade in tutte le famiglie se non ci sono soldi e, se fra l’altro si hanno anche tanti debiti, e allora si deve pensare a risolvere questa situazione e poi si può immaginare di dedicarsi al resto.
Lo sappiamo ben che sono argomenti che la gente non vuole ascoltare, perché è più facile ignorare i problemi che affrontarli ma i debiti non si cancellano da soli e qualcuno, prima o poi, dovrà pagarli e sapete alla fine chi pagherà?
I cittadini perché gli amministratori vanno e vengono, i cittadini invece restano e devono pagare fino all’ultimo centesimo come se i debiti li avessero fatti loro.
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