“Praticare il silenzio, tracciarne la forma” è il titolo clero per la nuova mostra d’arte che sarà ospitata presso la Galleria Sacca di Giovanni Scucces a Modica.
La mostra sarà inaugurata sabato 10 febbraio alle ore 18 ed è curata da Mario Bronzino. In esposizione opere di nove artisti che in modi differenti hanno avuto un rapporto diretto con il territorio in cui sorge la galleria.
“Cosa rimane del silenzio? Un’eco precaria in cui tutto è contenuto nella sua forma essenziale, in bilico prima del frastuono prodotto da un fruscio” è la riflessione che apre la mostra, dove il suono e il silenzio diventano pretesti e metafore per interrogare ed esaminare il valore della diversità nell’arte.
Partendo proprio dall’analisi sociologica dell’omologazione che si è diffusa progressivamente dalla fine degli anni Novanta ad oggi, “Praticare il silenzio, tracciarne la forma” sfida la crisi che il valore estetico dell’arte sta vivendo, per ricercare produzioni autonome dalle influenze passate.
“In particolar modo – afferma Mario Bronzino – nel corso dell’ultimo decennio è riscontrabile il ritorno ad un’arte già affrontata, le cui prime evidenti qualità rappresentano soltanto delle approssimative citazioni tecnico-formali, alle quali si aggiungono contenuti tematici ampiamente abusati, nonché privi di originalità. In questo contesto stagnante il passato artistico gioca un ruolo da stampella logico-concettuale, a sostegno di un’arte prodotta dallo strascico di profumi passati, che a loro tempo hanno lasciato segni importanti sul volto dell’arte”.
Saranno esposte le opere di Francesca Baglieri, Andrea Mario Bert, Gabriele Gino Fazio, Marilina, Marchica, Silvia Muscolino, Ettore Pinelli, Federico Severino, Roberto Orlando e Rossella Poidomani.
La mostra apre sguardi a nuovi campi di indagine, temi che appartengono alla natura stessa dell’essere umano e che tentano un ritorno ai minimi termini e ad un silenzio dal quale generare nuove sonorità a contatto con la sincerità dell’arte, significative per l’individuo e per la società.
In conclusione l’esposizione artistica, realizzabile principalmente grazie alla fiducia e al sostegno del gallerista, vuole quindi sfidare le difficoltà della ricerca di un’unicità e fa del silenzio un luogo praticabile idealmente, dal quale ricavare informazioni trasformabili in forme di nuovo cariche di significati concettuali.
Aggiunge infine Mario Bronzino, curatore della mostra: “È possibile, solo attraverso una relazione con il silenzio – ossia con l’apparente mancanza di informazione – realizzarne un personale ritratto che manifesti forme e idee esclusivamente appartenenti alle esperienze e agli interessi personali che rendono unico ogni individuo”.