“Nove mesi di stipendi non pagati. Nove mesi di promesse, di prepotenze, di impegni e di scorrettezze. Nove mesi per preparare una nuova e pulita società dove far confluire 50 lavoratori.
Nove mesi di sofferenza per altrettante famiglie che devono rivolgersi a parenti e amici mendicando prestiti per poter sopravvivere. Nove mesi, ma la storia è iniziata qualche anno fa, di dignità calpestate”.
Esordisce così nel suo comunicato il segretario del partito democratico di Modica Salvatore Poidomani che torna a parlare della triste e infinita vicenda dei lavoratori della Servizi Per Modica.
Una vicenda che sembrava essere giunta ad un punto di svolta, con un accordo raggiunto tra la Camera del Lavoro e l’amministrazione, che avrebbe finalmente garantito un futuro ai 48 lavoratori rimasti, quelli che dovevano passare nella società creata ad hoc per accoglierli. All’improvviso però, come denunciato dallo stesso segretario Terranova (Cgil) il mese scorso, questo accordo viene disatteso, i lavoratori non solo non vengono pagati, ma soprattutto non avviene il passaggio nella nuova società che avrebbe significato per loro la salvezza del posto di lavoro.
Ed è per questo che il segretario Poidomani prosegue dichiarando “Eppure il parto non è arrivato. Tutti hanno avvertito il travaglio della sindaca e sentito le doglie dolorosissime dell’assessore Viola (da ex sindacalista soffre con i lavoratori), ma il bimbo non è stato partorito. Ora sappiamo che è stata una finzione. Una gravidanza isterica. Tutto falso. Menzogne ai lavoratori e ai sindacati, falsi impegni con il Prefetto, disattesi senza pudore. Carta straccia. Un’amministrazione– afferma il segretario del Partito Democratico di Modica- che oltre all’indifferenza e al cinismo ha dimostrato di essere assolutamente incompetente e incapace di gestire una questione così delicata e nel contempo urgente. In città si incontrano i dipendenti, i loro volti sono tristi, umiliati, vergognati, abulici per il timore delle ripicche dell’assessore. E il politico e l’uomo della strada che li incrocia e si ferma a parlare si sente disarmato, come loro è impotente, incapace di offrire la minima speranza”