“Si sta portando avanti una battaglia ideologica che, come nel caso di Pennavaria, non prevede alcuna contestualizzazione storica ma solo l’abbattimento del “nemico” tout court”.
Lo dice il presidente dell’associazione culturale Ragusa in Movimento, Mario Chiavola, a proposito del dibattito sviluppatosi attorno all’opportunità o meno di intitolare il museo archeologico ibleo a Biagio Pace e alle manifestazioni, compreso il sit in di oggi pomeriggio, organizzate per stigmatizzare la decisione della Regione.
“Rispettabilissime le opinioni di tutti – continua Chiavola – ma mi sembra, come sempre, che si voglia cogliere l’occasione per strumentalizzare vicende del genere a fini politici. Nei giorni scorsi il prof. Stefano Rapisarda, presidente della struttura didattica speciale dell’università presente a Ibla, ha spiegato che l’intitolazione a Biagio Pace si lega al fatto che si tratta di un personaggio legato alla storia dell’archeologia e che, soprattutto, in città simbolo come Berlino, hanno lavorato al superamento della storia e non alla rimozione della stessa né tantomeno dei personaggi.
Ben venga, dunque, l’intitolazione del museo a Pace visto che le posizioni politiche di quest’ultimo furono comuni ad accademici di tutta Europa. Soprattutto, come dice il prof. Rapisarda, nell’ambito delle discipline identitarie legate alla costituzione dello Stato-nazione, archeologia e filologia prima di tutto. Posizioni che, dunque, non dovrebbero costituire un freno per uno studioso di quella grandezza”.