Dopo i numerosi interventi sia politici che sindacali sulle sorti del macello comunale di Modica non ultimo quello di Vito D’Antona di Sinistra Democratica.
D’Antona, nella sua nota, chiede che il macello resti di proprietà pubblica dopo la paventata ipotesi da parte della Flai Cgil che si stia valutando di non riaprire il mattatoio comunale a favore della costruzione di un nuovo macello privato
Oggi sul Il Domani Ibleo interviene l’assessore Tino Antoci che rompe il silenzio dell’amministrazione e spiega come stanno le cose
Antoci fa un excursus della situazione partendo proprio dall’inizio: “L’estate scorsa– spiega l’assessore Antoci- la ditta che aveva in affidamento il macello comunale ci comunica che doveva lasciare la gestione per motivi personali. Da lì per evitare la chiusura della struttura gli stessi dipendenti propongono di aprire una società e prendere in gestione il macello in attesa che l’amministrazione comunale, che è la proprietaria del mattatoio, faccia un bando per l’affidamento a terzi. E così è stato, abbiamo dato tutto il nostro sostegno alla nascita di questa nuova società e nel giro di un giorno siamo passati dalla vecchia alla nuova gestione con affidamento temporaneo che scadeva il 27 maggio.
A dicembre i Nas e l’Asp dicono che il macello deve chiudere, cerchiamo di trovare una soluzione perché essendo sotto Natale c’era un sacco di lavoro e la cosa avrebbe messo in difficoltà i dipendenti. Anche in questo caso come amministrazione siamo venuti incontro alla società cercando di fare i lavori più urgenti e così è stato e dopo un paio di giorni infatti hanno ricominciato a lavorare. Ma prima di arrivare alla nuova chiusura da parte dell’Asp vengono più volte sollecitati a sistemare ciò che non andava, questo non è stato fatto e così a maggio i Nas hanno disposto la chiusura. A questo punto noi non potevamo fare altro che ritirargli la licenza, perché non c’erano più le condizioni per rinnovarla”
Fin qui, insomma, tutto chiaro, il problema sorge successivamente quando i dipendenti a seguito di varie interlocuzioni con Nas, Asp e Prefettura ricevono come risposta che spetta al Comune la decisione di riaprire il macello.
A questo punto l’assessore si chiede: “Perché spetta a noi questa decisione visto che non sono siamo stati noi chiuderlo? Noi possiamo solo garantire che nel momento in cui sia l’Asp che i Nas ci dicono che sono venuti meno i requisiti che hanno portato alla chiusura e allora siamo disposti a riaprirlo e a fare il bando domani stesso e garantire, cosa principale, che vengano mantenuti i posti di lavoro per i dipendenti. Però ci devono mettere in condizione di farlo. Tutto quello che è stato detto in questi giorni non è assolutamente vero non c’è nessuna volontà da parte del Comune di tenere il macello chiuso ma ripeto ci devono essere le condizioni per riaprirlo e non spetta a noi accertare tali condizioni. Il nostro impegno prioritario ripeto è quello di tutelare i lavoratori e mantenere il loro posto di lavoro ma non possiamo riaprire fino a quando non riceviamo da parte degli organi deputati a farlo la certezza che siano state sanate le irregolarità che hanno spinto alla chiusura“