In merito alla scoperta di un enorme giacimento di acqua fossile nelle viscere dei Monti Iblei e al suo possibile utilizzo in questo lungo periodo di particolare siccità il deputato regionale del gruppo parlamentare Partito Democratico ARS, Nello Dipasquale, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta, indirizzata al presidente della Regione e all’assessore regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità.
“Nel novembre del 2023 – spiega Dipasquale – è stato pubblicato uno studio che ha visto la collaborazione dell’Università di Malta e dell’Università di Roma3 e che confermerebbe l’esistenza nel sottosuolo dei Monti Iblei di un importante giacimento d’acqua fossile (17 km cubi di acqua a una profondità tra i 700 e i 2500 metri).
Gli accademici che si sono occupati di questo studio-prosegue Dipasquale-sostengono che si tratterebbe di acqua debolmente salmastra che potrebbe essere usata sia per l’irrigazione che per gli allevamenti. Con appositi trattamenti potrebbe essere utilizzata anche a fini idropotabili. Lo scorso novembre non sapevamo ancora che durante l’inverno che ci preparavamo ad affrontare non avrebbe piovuto abbastanza per evitare la grave siccità che ora stiamo vedendo e, alla luce di come sono andate le cose, la scoperta dei due atenei potrebbe essere determinante per affrontare questa crisi con azioni concrete
“Al Governo regionale – aggiunge il parlamentare dem – ho chiesto di sapere se si intenda o meno avviare un progetto che possa allacciare questa riserva idrica alla rete e utilizzarla nei momenti più critici, proprio come quello che stiamo vivendo
Appena qualche settimana fa – dichiara ancora Dipasquale – è stato pubblicato un altro studio secondo il quale entro il 2030 un terzo di Sicilia diventerà zona desertica, alla pari di alcune zone del Nord Africa. Avere a disposizione un bacino idrico da 17km cubi – conclude – potrebbe davvero fare la differenza e il Governo regionale ha il dovere di occuparsi tempestivamente del problema della disponibilità idrica in Sicilia”.