Il dito nell'occhio

La Sicilia e la pioggia di soldi per feste e festini che non risolve i problemi

In questi giorni di siccità nella nostra Sicilia arriva finalmente la pioggia peccato che non piove acqua ma piovono soldi. 

Tutti sono felici, i comuni perché possono organizzare la loro estate e fare contenti i cittadini, i politici di turno perché aumenta la loro benevolenza. 

Insomma una notizia che non sarebbe nemmeno tanto da criticare se non fosse che mentre si spendono e sprecano soldi per feste e festini che servono solo per la campagna elettorale di questo o quell’altro onorevole, i siciliani continuano a soffrire per alcuni problemi che non verranno mai risolti perché, diciamolo pure, non c’è alcun interesse a far sì che ciò avvenga. 

Se i siciliani stanno male chiedono favori e i favori alimentano quel legame con il politico di turno al quale si sarà riconoscenti per sempre. 

E quindi perché sprecare tempo e denaro per rifare la rete idrica? Per risolvere il problema dei rifiuti? Tutti questi soldi che arrivano in Sicilia non ci interessano e li rimandiamo indietro o li perdiamo perché noi abbiamo bisogno di altro.

“La gente ha il diritto di divertirsi” certo la gente ha anche questo diritto ma prima ce ne sono altri più importanti. Posso organizzare una festa a casa mia se so che manca l’acqua?  Partiamo da questa semplice domanda e poi pensiamola più in grande rivolta ad esempio alla città. 

Ogni anno ce n’è una. L’anno scorso c’erano i rifiuti, quest’anno manca l’acqua, poi si ci mette anche l’Etna e l’aeroporto chiude in piena stagione ma non possiamo usare quello di Comiso per una ragione a noi sconosciuta ma che ha a che fare sempre con le ragioni della politica e allora sa che c’è? I turisti in Sicilia non ci vengo più o almeno non vengo in provincia di Ragusa.

Ma lasciamo stare i turisti e pensiamo ai residenti a quelli che pagano le tasse che lavorano tutto l’anno e sperano di godersi il meritato riposo ma la sera quando tornano a casa non possono nemmeno farsi una doccia. 

Le emergenze ci stanno ma le nostre emergenze sono frutto di una cattiva gestione della cosa pubblica. Sono causate dalla mancanza di una visione a lungo termine. Dal fatto che ci si trova sempre impreparati a fronteggiarle eppure il fatto che non piova da mesi è un dato oggettivo e anche il fatto che l’Etna possa eruttare in pieno agosto è una cosa prevedibile e quindi è prevedibile anche trovare un’alternativa (che esiste) dove fare atterrare gli aerei piuttosto che chiudere tutto e rimandare i turisti al mittente.

Le emergenze si affrontano con la prevenzione, con la programmazione perché altrimenti poco conta se poi non si dorme giorno e notte per trovare la soluzione. Ma il problema è che la lezione non serve a niente, l’anno prossimo accadrà la stessa cosa.

E intanto continueranno a arrivare contributi per feste e festini, spesso inutili, concentrati in pochi giorni, in cui la gente si sposterebbe comunque, anche senza eventi di grande richiamo, mentre per il resto della stagione nelle varie località balneari c’è un mortorio perché anche in questo caso non si comprende che è necessario fare due cose: pensare ad eventi che riguardano tutti e non solo l’élite (quindi a pagamento per accontentare 300 persone a fronte di 55 mila abitanti) e cosa più importante bisogna destagionalizzare gli eventi.

In Sicilia l’estate non può e non deve essere solo agosto ma l’estate comincia a maggio e finisce a settembre.  

Published by
Mariacarmela Torchi