Sindacale

Modica, la partecipata Gesco, costituita per transitare i lavoratori al Comune, dimenticanza?

Nota di Terranova della Cgil che annuncia l’apertura di un tavolo. Poidomani (Pd): quale è il compenso dell’amministratore, Giallongo?

Il segretario della camera del lavoro di Modica Salvatore Terranova spiega come sono andati i fatti sul caso Gesco.

Terranova precisa che “la Cgil è stata l’Organizzazione sindacale che si è battuta per la sua costituzione come finalità per mettere in sicurezza i 48 lavoratori della partecipata comunale, la SpM, ridotta a ferro vecchio da una gestione prevalentemente elettorale, che ha lasciato in eredità al Comune solo ingenti debiti.”

Secondo Terranova “La Cgil ha lottato perché, in questa delicatissima fase finanziaria del Comune di Modica, l’unico percorso per salvare i posti di lavoro era appunto la costituzione di una nuova società, non potendo l’ente locale, a causa di diverse annualità di bilancio non approvate, assumere direttamente personale. Una società, la Gesco, che nella nostra proposta, avrebbe dovuto avere una vita breve, al massimo un anno, cioè il tempo necessario per consentire al Comune di mettersi in regola con gli esercizi finanziari inevasi (2021 – 2022 – 2023) e poi operare – questa la nostra proposta – per assumere direttamente tali lavoratori come dipendenti comunali” 

Questa era l’articolazione quindi della proposta fatta dalla Cgil prima dell’insediamento della Giunta Monisteri e questa ancora oggi è la sua finalità, che sottolinea Terranova “tra l’altro incrocia, un obiettivo del programma elettorale della Monisteri, nel quale ha messo nero su bianco che avrebbe assunto al Comune gli allora lavoratori della SpM, oggi della Gesco.

La Gesco, quindi– spiega Terranova- è solo una zattera temporanea, resasi necessaria per il grave contesto dell’Ente- comune, che dovrebbe rimanere in vita un lasso di tempo, quanto più breve possibile, per portare a compimento l’assunzione di detto personale nei ranghi comunali.

Terranova specifica inoltre che la proposta della Cgil prevedeva: 

1. attribuire temporaneamente ad un Dirigente o a qualche Elevata Qualificazione del Comune la gestione della Gesco, scelta che avrebbe comportato un risparmio notevolissimo. perché avrebbe evitato di attribuire un incarico di sottogoverno che oggi determina un costo, la cui entità ad oggi non si conosce, per il Comune;

2. Applicare ai lavoratori della Gesco il CCNL enti locali, anziché quello scelto dall’Amministrazione comunale, il contratto nazionale delle pulizie. 

In particolare-spiega ancora Terranova- scegliere di applicare il contratto degli enti locali non avrebbe determinato alcun aumento del costo del lavoro e avrebbe, semmai, consentito di risparmiare i costi del consulente del lavoro che fa le buste-paga e gestisce il personale, perché tali compiti potevano essere tranquillamente assolti dall’ufficio comunale

Terranova quindi sostiene che “La storia dei fatti è quella sopra evidenziata, l’Amministrazione ha scelto di effettuare qualche variante al percorso nobile e lineare di non abbandonare per strada 45 padri di famiglia. E in questo senso non ci possiamo esimere di far giungere alla Sindaca che dovrebbe liberarsi, di tanto in tanto, del vestito che indossa, quello di espressione di una coalizione e dovrebbe valutare con obiettività le proposte che le vengono rappresentate, anche quelle provenienti dal più umile cittadino

Terranova conclude affermando che “La Cgil nei prossimi giorni aprirà la discussione per portare avanti la proposta, che va ricordato è stata formalizzata con un accordo sottoscritto, sotto l’egida della Prefettura di Ragusa,  il 27 gennaio 20024 tra l’Amministrazione e la Cgil, che si prefigge di  assumere, quale atto conclusivo, come dipendenti comunali i lavoratori della Gesco. Questa è la sfida che lanciamo alla Sindaca!”

Intanto sul caso della Gesco interviene nuovamente il segretario cittadino del Pd Salvatore Poidomani  

“Nei giorni scorsi, denunciando uno spreco per un incarico fiduciario all’interno della GESCO, società interamente partecipata dal Comune, abbiamo sospettato, insinuato, subodorato, alluso a un presunto abuso commesso dall’amministratore con la connivenza della sindaca e dell’assessore Viola. Abbiamo pensato che al lavoratore, assunto con modalità sospette e per un’attività priva di utilità, venisse corrisposto uno stipendio. L’assessore Viola ha chiarito che l’incarico sarà svolto senza alcun compenso. Un lavoro volontario e a titolo gratuito per il bene comune. Certo stupisce che l’amministratore Giallongo, nella dichiarazione rilasciata dopo la nostra denuncia, non abbia fatto cenno alla gratuità e anzi ha giustificato la nomina richiamando norme di legge a sostegno del suo operato. Ma tra i due, l’amministratore Giallongo, che tuttora, nonostante le reiterate richiesta pubbliche, si rifiuta di rendere pubblico l’ammontare del suo compenso, e l’assessore Viola, noi senza alcuna esitazione crediamo a quest’ultimo. Viola è un galantuomo, mai e poi mai direbbe una cosa per un’altra né si presterebbe a sistemare le carte per rimediare a un grossolano abuso

Una vicenda contorta questa della Gesco che evidenzia ancora una volta la condotta poco chiara dell’amministrazione nella gestione della cosa pubblica 

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Mariacarmela Torchi